Nel decennale della scomparsa di Alberto Ablondi la città ha voluto ricordarlo in una bella commemorazione che si è tenuta al Santuario di Montenero.
Nel decennale della scomparsa di Alberto Ablondi la città ha voluto ricordarlo in una bella commemorazione che si è tenuta al Santuario di Montenero.
Il Vescovo Emerito Alberto Ablondi ha guidato la Diocesi livornese per ben 30 anni, dal 1970 al 2000.
Tra i numerosi incarichi di rilievo, è stato vicepresidente della Conferenza episcopale italiana e membro del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani.
Monsignor Ablondi è stato precursore è profeta del dialogo a Livorno, in Italia, per tutta la Chiesa.
Dialogo con le altre religioni, ma anche con una città dal cuore sempre a sinistra.
Simbolica, peraltro, la lotta a fianco con il capo dei portuali livornesi (Italo Piccini) nella protesta del 1989 contro i decreti Prandini.
Nato nel dicembre del 1924 a Milano, ordinato sacerdote nel 1947, è stato parroco a Santa Maria degli Angeli a Sanremo dal 1952 al 1966.
Fu consacrato Vescovo nell’ottobre del 1966 come ausiliare di mons. Guano a Livorno e amministratore apostolico di Massa Marittima. Nel 1970, con l’aggravarsi della malattia di mons. Guano, divenne vescovo caodiutore di Livorno e dal settembre dello stesso anno, vescovo titolare.
Per trent’anni (fino al 2000 quando si dimise per raggiunti limiti di età) ha accompagnato la diocesi nel solco del messaggio del Concilio Vaticano II.
Precursore del dialogo
Precursore del dialogo con le altre religioni, ha manifestato la sua vocazione ecumenica con uno speciale rapporto con la comunità ebraica per rimuovere diffidenze e silenzi.
Simbolo di questo riavvicinamento l’amicizia con Elio Toaff con il quale era unito, tra l’altro, da una città in cui hanno convissuto per secoli confessioni cristiane diverse, una numerosa comunità ebraica e numerose presenze dell’universo musulmano.
Di forte spessore morale e un’intelligenza che andava oltre lo studio e la teologia si era laureato in lettere, con specializzazioni in giurisprudenza, archeologia e filosofia; autore di numerosi libri, è stato vice presidente mondiale della Federazione Universale Cattolica per l’Apostolato Biblico, vicepresidente mondiale per l’Europa delle Società Bibliche.
Fu insignito del titolo di Grande Ufficiale al merito della Repubblica e di quello della “Livornina”, (la più alta onorificenza del Comune di Livorno).
A Livorno ha fondato nel 2000 il Cedomei il Centro di documentazione del movimento ecumenico italiano che è intitolato allo stesso Ablondi. Durante il rapimento Moro, nel 1978, assieme ad altri due vescovi, Luigi Bettazzi e Clemente Riva, si offrì – senza successo – alle Br per essere preso in ostaggio al posto dello stesso statista.
Una icona del dialogo, ecco quello rappresenta, anche a dieci anni dalla sua scomparsa, monsignor Ablondi.