Il tunisino veniva deferito in stato di libertà per spaccio di sostanza stupefacente ed accompagnato presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Caltanissetta in quanto irregolare sul territorio nazionale
Alle ore 21.40 circa odierne, il personale della Sezioni Volanti durante attività mirata alla prevenzione e repressione dei reati in genere, notavano in Piazza dei Mille, due soggetti tra cui si stava determinando un sospetto passaggio, probabilmente da ricondurre ad una cessione di sostanza stupefacente.
Il soggetto che stava cedendo la sostanza alla vista della Polizia si girava dando le spalle agli operatori cercando di riporre quello che teneva tra le mani in un pacchetto di fazzoletti senza riuscirci poi gettava tutto tra i veicoli li parcheggiati e si dava alla fuga per sottrarsi al controllo di Polizia.
Lo stesso veniva raggiunto dall’operatore di polizia che si era messo al suo inseguimento in prossimità di Piazza della Repubblica.
Il fuggitivo una volta fermato seguiva l’operatore nel luogo dove si era disfatto della sostanza stupefacente.
Veniva così rinvenuto un piccolo involucro in cellophane contenente polvere bianca e un pacchetto di fazzoletti con al suo interno altri diciannove involucri contenenti polvere bianca.
Per quanto sopra ed essendo privo di documenti, l’uomo veniva condotto presso gli Uffici della Questura per la sua identificazione dove risultava essere cittadino tunisino del 1990.
La sostanza rinvenuta veniva analizzata dal Gabinetto di Polizia Scientifica dove veniva confermava la natura stupefacente per nr. 20 involucri in cellophane contenente stupefacente tipo cocaina del peso complessivo lordo grammi 6.34.
Il tunisino veniva quindi deferito in stato di libertà per spaccio di sostanza stupefacente ed accompagnato presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Caltanissetta in quanto irregolare sul territorio nazionale.
Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole l’indagato.