L’incontro alla Biblioteca Labronica di Villa Fabbricotti
È stato presentato nella sala conferenze della Biblioteca Labronica di Villa Fabbricotti a Livorno il volume “L’edizione livornese dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert” di Gabriele Benucci (Edizioni Erasmo – Livorno). All’incontro erano presenti il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Livorno Luca Salvetti, l’assessore alla cultura Simone Lenzi e l’autore del libro.
L’edizione livornese dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert rappresenta la più importante impresa editoriale mai realizzata nella nostra città per il valore storico-culturale e imprenditoriale che essa ancora ricopre a distanza di oltre 250 anni dalla diffusione del primo volume. Realizzata tra il 1770 e il 1778, è l’ultima delle tre edizioni in folio (il formato di stampa di maggiori dimensioni) dopo quella di Parigi (1751 – 1772) e di Lucca (1758 – 1776).
A metà Settecento e per tutta la seconda parte del secolo, Livorno è sicuramente uno dei porti più importanti del Mediterraneo ed una città caratterizzata da cosmopolitismo, liberismo e grande vivacità economica: un ambiente ideale per la terza edizione dell’Encyclopédie e per l’editoria in generale. È in tale contesto che prende vita questa terza e ultima edizione in folio, la cui storia editoriale viene ripercorsa in un volume che mette in luce le motivazioni culturali ed economiche, i personaggi, le sfide e gli ostacoli che la caratterizzarono nel rapporto e nel confronto con le due precedenti edizioni parigina e lucchese.
In virtù dello status di Porto franco e del governo illuminato di Pietro Leopoldo, Livorno acquisì una funzione fondamentale: quella di veicolare la penetrazione delle nuove idee, in particolare dall’Inghilterra prima e dalla Francia poi. Soprattutto a partire dagli inizi degli anni Sessanta del XVIII secolo, l’attività editoriale cominciò ad avere in città uno sviluppo consistente e le stamperie arrivarono a produrre opere la cui qualità eguagliò, se non addirittura superò, quella delle più reputate officine tipografiche di altre città della Penisola, facendo di Livorno uno dei centri più attivi della produzione e del commercio librario.
Anche l’edizione enciclopedica livornese dovette sfidare la messa all’Indice da parte della Chiesa di Roma, ma ebbe dalla sua parte il Granduca Pietro Leopoldo, il “principe filosofo”. E però, niente sarebbe stato possibile senza la caparbietà, il fiuto per gli affari in campo editoriale e l’amore per la conoscenza e le idee provenienti d’oltralpe di Giuseppe Aubert, lo “stampatore letterato” che fu ideatore e principale artefice dell’edizione di Livorno.
L’opera di questa originale figura di stampatore-letterato, uno dei più intelligenti ed abili imprenditori dell’editoria italiana del Settecento, si delinea in tutti i suoi aspetti attraverso l’importante corrispondenza che egli intrattenne con il gruppo del Caffè, con Cesare Beccaria e con i fratelli Alessandro e Pietro Verri, come dimostra la più che ventennale corrispondenza con quest’ultimo per discutere di tutti i maggiori temi dell’Europa delle lumières.