Il tutto era iniziato nel 2020 durante il Lockdown. I finanzieri guidati dal Comandante Ten. Col. Luigi Mennella, sono riusciti ad risalire ai 7 principali soggetti che gestivano questa rete
Un’accurata indagine condotta dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Livorno ha portato alla luce una vasta rete di contraffazione online. Il gruppo di finanzieri, guidato dal Tenente Colonnello Luigi Mennella, ha svolto un’attività meticolosa nelle varie fasi dell’indagine. Durante il picco della pandemia, quando i negozi erano chiusi a causa del lockdown, questa rete di 70 persone sparse per tutta l’Italia ha prosperato, sfruttando la piattaforma online “Marketplace” di Facebook per vendere prodotti falsificati, tra cui zaini Fjällräven.
Tra gli indagati figura una donna di Livorno di 35 anni, S.F. Secondo le accuse, S.F. avrebbe utilizzato Facebook per vendere zaini contraffatti del marchio Fjällräven, ricevendo i pagamenti attraverso una carta Postepay. Nonostante abbia patteggiato un anno di reclusione e 1.200 euro di multa per ricettazione, la sua difesa sostiene che non fosse direttamente coinvolta nell’importazione o nel commercio dei prodotti contraffatti in Italia.
Le indagini hanno portato alla luce un sistema ben organizzato di ricettazione e vendita di prodotti falsificati. R.G., residente a Cerignola, è stata identificata come la principale fornitrice di S.F. R.G. avrebbe ricevuto regolari ricariche Postepay da S.F., che a sua volta riceveva la merce da vendere. Gli ordini venivano effettuati tramite WhatsApp, e i prodotti venivano successivamente venduti sul “Marketplace” di Facebook.
Altre figure coinvolte includono P.D. e Y.D., che avrebbero agito in connivenza con R.G., gestendo la vendita e la spedizione dei prodotti contraffatti. Y.D., in particolare, avrebbe messo a disposizione la propria tessera sanitaria e la sua carta Postepay per ricevere i pagamenti da S.F.
P.F. e A.F.B., rispettivamente di Benevento e Bari, sarebbero state coinvolte in qualità di ulteriori fornitori. Avrebbero gestito la vendita di prodotti attraverso i loro profili social e canali Telegram, pubblicando cataloghi di prodotti falsificati e le relative tariffe di spedizione.
R.L., svizzera residente nel Catanzarese, avrebbe collaborato con P.F. spedendo la merce contraffatta ai clienti che acquistavano da quest’ultima. I pagamenti venivano effettuati su una carta Postepay intestata a R.L.
Questo sofisticato giro d’affari, che includeva prodotti contraffatti di marchi come Puma, Moncler, Adidas, Louis Vuitton, Nike, Hogan, Armani, Timberland, Northface, Dolce & Gabbana e molti altri, è stato smascherato nel luglio 2020, subito dopo il periodo più critico del lockdown dovuto alla pandemia di coronavirus. L’operazione della Guardia di Finanza di Livorno ha così messo fine a un giro d’affari illecito che, sfruttando la piattaforma di Facebook, ha cercato di aggirare le leggi sulla proprietà intellettuale e i diritti dei consumatori.