A Livorno un viaggio muliebre d’autore in tutta la sua umanità
È andata in scena il 16 febbraio, al Teatro Goldoni di Livorno, l’ultimo lavoro di Emma Dante. L’autrice, regista e attrice, stupisce e fa riflettere prendendo plausi dalla platea labronica.
In un’ora si celebra l’energia femminile con semplicità, schiettezza e sensualità.
Tre mamme amorevoli e casuali, dedite alla cura del figlio di un’ amica morta che vive nei loro ricordi.
Dai dialetti, alternati a bisbigli, alle danze esuberanti ma imperative per accentuare il disagio della solitudine devono farsi forza, fino all’accettazione del presente per non cedere alla rassegnazione.
La figura maschile di Arturo è oggetto di una speranza comune, quella di un futuro migliore. La scenografia si presta all’immaginazione del pubblico, avvalendosi di indumenti, pezzi di plastica e stoffe colorate, tutto immerso nell’oscurità del palcoscenico.
Le luci evidenziano i sentimenti interiori, e le coreografie, apparentemente casuali, mostrano l’avanzare del tempo dove l’uomo deve crescere. In un gioco di silenzi ed ombre, si attraversa lo scorcio di una vita che, sotto l’amore materno, porta lo spettatore in un viaggio originale, guardando a questo lavoro come la possibilità che da un unico atto nasca un’esperienza cinematografica.