Questo il resoconto di 𝙈𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙤 𝙂𝙚𝙧𝙫𝙖𝙨𝙞, Presidente dell’Associazione di Partite iva 𝘼𝙋𝙄𝙏 𝙄𝙏𝘼𝙇𝙄𝘼.
“Sui conti correnti +125 miliardi; una montagna di risparmi. Gli accantonamenti cresciuti soprattutto nel periodo dei 𝙡𝙤𝙘𝙠𝙙𝙤𝙬𝙣.
Conseguenza dello 𝙎𝙢𝙖𝙧𝙩 𝙬𝙤𝙧𝙠𝙞𝙣𝙜 che ha consentito al 75% degli impiegati pubblici di non spendere il proprio stipendio e che al contrario dei dipendenti del privato è stato garantito ed integrato da bonus e aumenti salariali. Per molte aziende invece il fatturato è triplicato o addirittura quintuplicato.
Per la maggiore sono imprese legate alle multinazionali, ai beni alimentari, sanità e trasporti. Imprese queste che seppur accertato essere responsabili del propagandarsi del virus, non hanno mai interrotto il loro lavoro.
Al contrario delle imprese di ristorazione, palestre, centri benessere, cinema, alberghi….che malgrado avessero ottemperato a tutti i protocolli di prevenzione sono stati limitati o completamente chiusi per oltre un anno.
Sono quest’ultime attività che invece hanno portato ad un incremento di richiesta di finanziamenti, raggiungendo quota 1.316 miliardi. Finanziamenti molto spesso chiesti per sopperire alle perdite di fatturato, pagare i costi fissi e le tasse, che il “caro” Governo aveva semplicemente prorogato”.
Conclude Gervasi:
“Prepariamoci al peggio. C’è chi in questa crisi economica pandemica rischia di perdere anche la casa chi invece progetta di acquistarne una. Oltre il 60% dei nuovi acquirenti e proprietari sono impiegati statali e politici…per le banche: hanno i requisiti giusti per accedere al mutuo”.