Intanto le mamme con i bambini rimangono alle prese con le difficoltà ed i tamponi
Livorno, 18 novembre 2020 – Non si è fatta attendere la risposta da parte del Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, il Dottor Biasci, all’intervento della dottoressa Casani, Direttore Generale dell’Azienda USL Toscana Nord Ovest; continua così il duello a distanza tra i due big della sanità toscana, mentre nel mezzo rimangono i bambini e le loro madri alle prese con le difficoltà del momento amplificate dall’emergenza sanitaria. Di seguito il testo del post del Dottor Biasci:
“Il DG della ASL Toscana Nordovest dr.ssa Casani definisce “non sempre appropriate” le richieste di tamponi negli under 19, giustificando in questo modo il giornaliero esaurimento in tempi rapidi della disponibilità di prenotazione, che risulta insufficiente.
– Dopo la premessa arriva la stoccata –
Non so su quali evidenze si basa questa accusa del nostro DG…forse non si è accorta che i dati dell’ISS indicano ad oggi un’incidenza del 12% di soggetti contagiati nella età pediatrica, in netto aumento rispetto al 6,1% del 9 ottobre. Significa quindi che i pediatri di famiglia hanno ben ragione a richiedere quei test diagnostici che definisce “non appropriati”.
– Poi l’affondo finale –
Quanto al riferimento all’atteggiamento costruttivo tra istituzioni e professionisti, credo che passi attraverso una fase di ascolto, di disponibilità, di capacità di mettersi in gioco…sarebbe certamente auspicabile….ma ad oggi non ci sono mai state occasioni di incontro e confronto con il DG: evidentemente va tutto bene così.”
Intanto il gruppo Facebook “Basta tamponi ai bambini”, composto per la maggior da madri preoccupate per questo duello a distanza, fa presente che:
“Mentre le parti che dovrebbero cooperare in maniera proficua e responsabile nella gestione di questa emergenza, battibeccano e si addossano l’un l’altra le responsabilità, i bambini e le famiglie continuano a pagarne le spese. Sarebbe opportuno ammettere che il protocollo sanitario si è rivelato fallimentare, il sistema sanitario come era prevedibile sta andando in tilt perché non si riesce a processare un numero così alto di tamponi.
Esami che, dall’inizio della scuola, sono stati prescritti ai bambini anche per qualche colpo di tosse o per un naso che colava per una scarica di diarrea o per una rinite allergica. La segnalazione dei soggetti alle ASL è spesso avvenuta perché insegnanti o dirigenti scolastici hanno mal interpretato la normativa, per eccesso di zelo forse, ma comunque non in linea con le direttive ministeriali e per sintomi chiaramente non ascrivibili al covid.
In questo momento storico, già di grande confusione normativa, non può essere lasciato spazio alle iniziative dei singoli e all’arbitrarietà, le famiglie e soprattutto i bambini stanno pagando un prezzo troppo alto per questa disorganizzazione. Tutto ciò era stato già ampiamente dibattuto e previsto nel nostro incontro in comune con l’ assessore Raspanti,il dipartimento di prevenzione e USL Toscana nord ovest.
Purtroppo si è avverato. E adesso cosa hanno intenzione di fare?
Il protocollo sanitario si è rivelato fallimentare, il presidente Giani deve prenderne atto. E cambiarlo. Per un solo sintomo non si può attivare il protocollo. I malati vanno curati,e i sani vanno lasciati liberi di vivere. Ad oggi ci sono intere famiglie in quarantena, che chiedono consigli e suggerimenti sui gruppi FB, perché medici di famiglia, pediatri, usl e dipartimento prevenzione non rispondono alle loro domande, chiedono quando possono uscire, chiedono come fare a richiedere il tampone…insomma il sistema è fallimentare, e stavolta non lo dice un gruppo di genitori su FB, lo dicono gli addetti ai lavori e lo dicono i fatti.
I pediatri deve tornare a visitare i bambini, ad essere figure di riferimento, e a fornire la necessaria assistenza medica.
Altrimenti sempre più persone sentendosi abbandonate e non rassicurate da una superficiale consulenza telefonica, continueranno a recarsi al pronto soccorso. Bisogna che le istituzioni, gli organi e i soggetti coinvolti ammettano il fallimento e le criticità del protocollo attuato fino ad ora e siano tempestivamente pronti a rivederlo.
Questo protocollo che, lo ripetiamo, a livello regionale è stato addirittura peggiorativo rispetto a quelle che sono le altre realtà territoriali e le disposizioni ministeriali, ha portato solo confusione e un acuirsi di ansia, psicosi e notevoli disagi per studenti e famiglie”
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