Un primo bilancio di coach Garelli in questo difficile momento che stiamo attraversando
Un primo bilancio di coach Garelli in questo difficile momento che stiamo attraversando.
La situazione generale è molto difficile e purtroppo non si vedono miglioramenti nel futuro prossimo, come sta vivendo la squadra questo momento così delicato?
La situazione è sempre più complicata, ogni giorno assistiamo inermi al diffondersi del virus in questa seconda ondata ed è tutto molto difficile.
Nella pallacanestro, allo stesso modo, veniamo a sapere di squadre tanto dilettantistiche quanto professionistiche che hanno a che fare con questa pandemia e vediamo come sia quasi impossibile gestire la quotidianità, così come seguire il normale calendario.
Se abbiamo fatto fatica con i turni di Supercoppa, è difficile pensare ad un regolare svolgimento con il calendario di un campionato che prevede già di per se diversi turni infrasettimanali. A meno di un miglioramento generale che però non si vede all’orizzonte, sarà dura.
Peraltro quello che più pesa, sempre dal punto di vista cestistico ovviamente, è la gestione del lavoro giornaliero: credo che nessuna squadra riesca ad allenarsi con l’organico al completo e questo comporta di dover inserire giocatori fuori ruolo in maniera quasi permanente.
Compagini colpite dal COVID-19 come la nostra spesso sono soggette ad un minimo e quanto mai comune problema fisico per non avere neanche il numero sufficiente ad effettuare una sessione di allenamento.
Aggiungo che andare in palestra in questi giorni non è come lo è sempre stato, per me in primis, ovvero andare a svolgere quella che è un’ enorme passione trasformata in professione; oggi andare in palestra quotidianamente rappresenta comunque un rischio e quindi ci si va, ma con una sorta di preoccupazione che eguaglia se non supera l’entusiasmo di cui sopra, quello che si ha quando si va a fare il lavoro che ami.
La prima di campionato si avvicina, quanto condizionerà il torneo la pandemia?
Credo che, come ha detto anche chi è molto più autorevole di me come Ettore Messina ad esempio, la pandemia rischia di essere uno dei fattori, se non il fattore principale, che può decidere la classifica del campionato che stiamo andando a giocare.
Una squadra priva di giocatori importanti perché positivi che si trova ad affrontarne un’altra invece al completo, è quasi condannata alla sconfitta al di là dei valori reali delle due gruppi.
Il regolamento prevede che fino a 6 assenti si possa giocare (avendo 14 giocatori a roster) pertanto è chiaro che se vengono a mancare giocatori di rotazione diventa un problema insormontabile.
E’ un torneo che rischia di partire con difficoltà enormi caratterizzato da turni rinviati e soprattutto da risultati non figli della preparazione e dell’allenamento, come detto già difficile di per se, ma dell’incidenza del virus.
Per un uomo di sport non è facile accettarlo, perché immagino sarò una questione di fortuna e non di preparazione rispetto a quello che facciamo o vorremmo fare giornalmente.
Dopo 3 mesi di vissuto in città, che ne pensi di Livorno?
MI trovo benissimo, la città mi piace anche perché in generare adoro le città di mare. L’ho trovata fin da subito molto vivibile, accogliente, popolata da persone molto calorose e socievoli.
Peccato che questa socialità e voglia di vivere sia limitata per i già citati motivi. Per un persona come me che vive lontano dalla famiglia, passare il tempo in luogo vivace è fondamentale, ma sto vedendo coni miei occhi quanto stia costando, naturalmente non solo a livello sportivo, questa pandemia alla città.
Mi auguro di poterla vivere appieno quanto prima e oggi farci forza l’un con l’altro per superare questo periodo terribile.
Fonte: Libertas Livorno 1947
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