“Chiediamo rispetto per sforzi e gli investimenti fatti dall’inizio della pandemia e per la collaborazione che siamo pronti continuare da oggi. Ma dobbiamo lavorare”, quello che chiedono i pubblici esercizi
“Chiediamo rispetto per sforzi e gli investimenti fatti dall’inizio della pandemia e per la collaborazione che siamo pronti continuare da oggi. Ma dobbiamo lavorare”, quello che chiedono i pubblici esercizi.
Estremamente pacifica e “distanziata” la manifestazione i cui confluiscono oggi le delegazioni provinciali Confcommercio convocata dalla Federazione Pubblici Esercizi nazionale all’indomani dell’ultimo DPCM che impedisce le aperture serali.
“La nostra associazione chiede a tutti i livelli di governo la difesa del lavoro in sicurezza di ristoranti, pizzerie, pasticcerie, pub e bar. Chiediamo rispetto per la sensibilità mostrata fin dall’inizio della pandemia dal settore della somministrazione, per il grande senso di responsabilità degli operatori e degli addetti, per tutti i sacrifici fatti e quelli che siamo ancora disponibili a fare per combattere il contagio e salvare l’economia”.
La presidente Confcommercio Francesca Marcucci è presente a Firenze con una rappresentanza territoriale della FIPE Confcommercio Livorno appena costituita e con il direttore provinciale Pieragnoli.
“Servono misure congruenti e praticabili, per riuscire a ostacolare il virus permettendo la sopravvivenza delle imprese. Gli introiti dei nostri settori si erano già ridotti del 30%, adesso siamo a -50%. Non chiediamo elemosine, bensì un sostegno concreto e immediato per salvare un settore che è orgoglio dei nostri territori, e soprattutto chiediamo di poter lavorare”. “Ma non si tratta solo dei pubblici esercizi, bensì anche di palestre e organizzazioni sportive, associazioni culturali, organizzatori di eventi e fiere, guide e accompagnatori turistici. Vogliamo vivere e vogliamo salvarci dall’epidemia”.
Fonte: Confcommercio Livorno