Nel nostro articolo del 24 gennaio 2020 avevamo anticipato qualche cosa dei clamorosi sviluppi, che ci sono stati ieri. Presso il Tribunale di Livorno, pomeriggio di venerdì 14 febbraio ad opera del GUP, Mario Profeta, sono stati rinviati a giudizio i vertici dell’autorità portuale di Livorno, l’ex dirigente dell’area Demanio e sei imprenditori. I reati contestati sarebbero concorso in abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale nella redazione di atti pubblici.
Tra il 2012 e il 2018…
… sulle tre banchine del porto di Livorno della Sponda Ovest e nell’area della Paduletta, si sarebbe operato in una situazione di concorrenza sleale a favore dei terminalisti legati al gruppo Grimaldi. Secondo l’accusa per favorire Seatrag prima e successivamente Sintermar avrebbero usato impropriamente uno strumento lecito. Ci riferiamo all’occupazione temporanea degli accosti, che secondo la norma dovrebbe essere precaria. In questo caso l’uso improprio avrebbe finito per creare una situazione di monopolio, con il continuo rinnovo dei permessi, a volte anche con sconti sulle tariffe.
Siamo di fronte ad una lunga lista degli indagati, che ricordiamo sono innocenti fino all’ultimo grado di giudizio.
Quindi i primi ad essere rinviati a giudizio sono il presidente dell’Autorità portuale Stefano Corsini e il segretario generale Massimo Provinciali. Ricordiamo che entrambi furono interdetti dai pubblici uffici per un anno a febbraio 2019. Inoltre sempre nella lista troviamo l’ex dirigente dell’area Demanio e attuale segretario generale dell’Autorità portuale di Ancona Matteo Paroli. Tra gli imprenditori ci sono: Corrado Neri, l’omonimo Corrado Neri , Luca Becce, Costantino Baldissara, Federico Baudone e Massimiliano Ercoli. La prima udienza è fissata per il 9 giugno.
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