Una delle persone presenti in auto al momento dell’assalto ha voluto raccontare ciò che ha visto: “Hanno gettato i cellulari degli automobilisti, credevo di essere in trappola”

Livorno, 29 marzo 2025 – Mentre proseguono senza sosta le ricerche e gli sforzi congiunti delle forze dell’ordine, da ieri sulle tracce del commando che ha preso d’assalto un furgone portavalori lungo l’Aurelia, cominciano a emergere nuovi dettagli su quanto accaduto per voce di chi si è trovato sul posto al momento sbagliato.
A scrivere alla nostra redazione è una persona (della quale preserveremo l’identità) che si trovava in auto lungo la statale all’altezza di San Vincenzo, e che si è imbattuta nell’assalto proprio mentre stava avvenendo. Questo è il suo racconto:
“Stavo attraversando la galleria poco prima del punto in cui tutto è successo; all’uscita ho trovato un rallentamento nei pressi di un cantiere, quindi su corsia unica. Pensavo si trattasse di un tamponamento, ma poi ho sentito distintamente gli spari. Mi sono fermata, non capivo cosa stava succedendo.”
“Poco dopo ho visto chiaramente degli uomini armati, ero a poca distanza e ho visto quegli uomini (a volto coperto, irriconoscibili) aprire le auto davanti a me per far scendere le persone e prendere i loro cellulari per gettarli di là dall’argine. Ero al telefono, ho gridato “Oddio sparano, oddio sparano, chiamate i soccorsi!”
“A quel punto ho sentito uno scoppio. Ho fatto marcia indietro facendo cenno a quelli che stavano arrivando dopo di me, ma era impossibile indietreggiare a causa del cantiere, così siamo riusciti al massimo ad arrivare fino all’uscita della galleria. Ho visto degli uomini avvicinarsi a noi, pensavo fosse il commando ma invece erano i vigilantes che erano stati fatti allontanare con le mani dietro la nuca, sotto minaccia.”
“Siamo rimasti in attesa in quel tratto, e siamo poi scesi dalle auto solo quando il commando se n’era andato. In quel momento ho realizzato di essere stata abbassata tutto il tempo, è stata una situazione da film. Tra spari e grida, ho temuto per la mia vita. Ho avuto paura di essere in trappola.”