Il nuovo numero unico europeo rappresenta un pilastro del modello di assistenza territoriale che la Regione sta mettendo creando con le 37 centrali operative territoriali, già in funzione da giugno, ed investimenti nelle case di comunità e negli ospedali di comunità
Sono incoraggianti i dati che arrivano dalla centrale del 116117 sull’utilizzo di questa nuova modalità di accesso al servizio di continuità assistenziale, entrata in funzione in tutta la regione.
“Dal 16 settembre, giorno dell’attivazione del servizio – spiega il presidente della Toscana Eugenio Giani – sono state quasi 124.500 le chiamate gestite dalla centrale. Un numero importante, gestito con professionalità dato che il tempo di attesa medio per il cittadino, per poter parlare con un operatore, è stato di sessanta secondi. Il flusso di chiamate di questi primi mesi dimostra che il picco della richiesta è tra le ore 20 e le 22 nei giorni infrasettimanali, quando i tempi di attesa per la risposta si allungano un pò, e dalle 11 alle 13 nei festivi”. “La centrale 116117 – prosegue il presidente – si è dimostrata anche un valido filtro, perchè il 70 per cento delle chiamate è stato inoltrato al medico di continuità assistenziale, ma il restante 30 per cento si è concluso con informazioni soddisfatte dagli operatori”.
“Con il 116117 – ricorda l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – le persone che necessitano di assistenza per un bisogno non urgente, la notte o durante il weekend, hanno ora un nuovo punto di riferimento. Chiamando il nuovo numero si mettono in contatto con la centrale che si occuperà della presa in carico e, a seconda dei casi, li indirizza verso il medico di continuità assistenziale più vicino oppure li assiste telefonicamente. Tutto questo in più lingue”.
Ma l’116117 non sarà esclusivamente per il servizio di continuità assistenziale. Il nuovo numero unico europeo infatti rappresenta un pilastro del modello di assistenza territoriale che la Regione Toscana sta mettendo a terra con le 37 centrali operative territoriali, già in funzione da giugno, ed investimenti nelle case di comunità e negli ospedali di comunità.
“L’avvio di un nuovo servizio non è mai semplice, ma possiamo dire che il primo bilancio a seguito dell’entrata in vigore del nuovo numero su scala regionale è positivo. Ringrazio – conclude Bezzini – tutti coloro che hanno lavorato a questo passaggio, gli operatori della centrale, le Asl e i medici di continuità assistenziale che hanno dato prova di una grande professionalità”.
FONTE: TOSCANA NOTIZIE