L’assessore sottolinea come la Regione da anni è “un esempio anche per il livello nazionale per le politiche per l’infanzia che mettiamo in campo, anticipando anche alcune scelte, come accaduto sul sistema integrato 0-6″
“In Toscana i servizi per l’infanzia sono un diritto e non un privilegio per chi nasce in una famiglia che può permetterseli. E non li consideriamo come una politica sociale, un semplice strumento di conciliazione, ma sono prima di tutto un importante tassello, il primo, nel percorso educativo e di crescita delle bambine e dei bambini” Lo dice l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini in apertura di “Conoscere e riconoscere l’infanzia”, il convegno voluto dalla Regione in programma da oggi fino a sabato a Villa Vittoria a Firenze in cui oltre 100 relatori e relatrici si confrontano sulle politiche per l’infanzia.
L’assessora sottolinea come la Regione da anni è “un esempio anche per il livello nazionale per le politiche per l’infanzia che mettiamo in campo, anticipando anche alcune scelte, come accaduto sul sistema integrato 0-6″.
Nardini fa riferimento da un lato al fatto che “la Toscana ha iniziato a lavorare sul sistema integrato 0-6 ben prima che gli indirizzi nazionali indicassero questa strada, inserendo le politiche per l’infanzia tra le competenze dell’assessorato all’istruzione e non più in quelle del sociale”. Dall’altro a “Nidi Gratis”, il progetto avviato due anni fa, anche grazie al contributo dei fondi Ue, a sostegno del pagamento delle rette dei nidi d’infanzia per le famiglie con reddito Isee fino a 35 mila euro (soglia che dall’anno prossimo salirà, come annunciato ieri dal presidente Giani, a 40mila euro).
“Una misura fondamentale, frutto di una scelta politica ben precisa – ha evidenziato l’assessora – che abbiamo messo in campo consapevoli del valore educativo e pedagogico del nido, strumento per prevenire abbandono e dispersione scolastica successive, per combattere povertà e disuguaglianze educative”, spiegando che “nessun destino deve essere scritto alla nascita sulla base delle condizioni socioeconomiche della famiglia di provenienza, ma tutte e tutti devono avere le stesse opportunità e gli stessi diritti. Altrimenti le povertà e le disuguaglianze educative iniziano dai primi mesi di vita”.
“Siamo nella terra di Don Lorenzo Milani – ha ricordato Nardini – che ci ha lasciato in eredità un principio: la scuola e i servizi educativi sono strumenti di emancipazione sociale, il diritto per tutte e per tutti di potersi realizzare pienamente. E questo lo vogliamo garantire a tutte le nostre bambini e a tutti i nostri bambini riconoscendo quel valore straordinario pedagogico che il nido ha. Altrimenti come ricordo sempre, in maniera provocatoria, avremmo potuto ricorrere ad un bonus baby sitter, ma non sarebbe stato lo stesso. Perché il nido non è un parcheggio, non è prima di tutto uno strumento di conciliazione vita-lavoro, ma è prima di tutto il primo tassello nel percorso educativo, come ho già detto.”
“Le politiche per l’infanzia – ha concluso Nardini – sono la nostra priorità più importante”.