Sono moltissimi i dubbi intorno al Codice che diventerà legge poco prima di Natale, soprattutto riguardo al test antidroga che potrebbe causare un’ondata di ricorsi
Manca ormai poco all’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada fortemente voluto dal Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: tutte le modifiche sono state approvate, e dal momento in cui il testo sarà firmato dal Presidente Sergio Mattarella passeranno altri 15 giorni prima che siano legge.
Le modifiche coprono diversi aspetti, ma in generale si presentano come un giro di vite e un inasprimento su sanzioni e provvedimenti di varia natura: uso del cellulare alla guida, limitazioni per neopatentati, tolleranza zero su alcol e droga e regolarizzazione dei monopattini elettrici.
Se già il telefono alla guida potrà costare la sospensione della patente, la polemica che si è sollevata nei giorni scorsi si è però concentrata su un dettaglio specifico: col nuovo testo, infatti, non sarà più necessario essere “in evidente stato di alterazione psicofisica” durante la guida.
Questo significa che sarà sufficiente un test salivare positivo per trovarsi la patente ritirata fino a 3 anni; non più quindi la constatazione dell’effettiva alterazione al volante da parte di chi effettua il controllo, sarà la semplice conferma del test a decretare la sospensione.
Questo fatto ha sollevato un vespaio, dal momento che, come in molti hanno fatto notare, il test può risultare positivo anche a giorni di distanza dall’ultima volta che una persona alla guida può aver fatto uso di sostanze; ancor peggio, il test potrebbe risultare positivo anche dopo l’assunzione di semplici medicinali.
Antinfluenzali, antistaminici e decongestionanti hanno infatti strutture chimiche molto simili ad alcune droghe; dato che il nuovo Codice prevede il ritiro immediato della patente, associazioni ed avvocati in tutta Italia hanno già lanciato il grido d’allarme che questo porterà ad un massiccio accumulo di ricorsi.