ANPPIA e altre realtà per la vivente umanità dell’Italia
È nel dialogo, la larghezza di vedute e il confronto, che un principio democratico può esprimersi fra voci diverse. La filosofia greca era sostenitrice di un assunto – ‘Senza differenza non c’è vita’ – cosicché il funzionamento civile di tale società si potesse constatare, con tutti i suoi difetti, nel desiderio di realizzare una possibile democrazia. Dal greco, appunto, démos (popolo) – krátos (potere), dunque il popolo che esercita, nelle forme predisposte da esso stesso, un potere, che ha molte voci, non una sola.
Se pensiamo a noi, come eredi spirituali di quelle radici greche che, miste ai latini, poi romani che, ideatori del Diritto, in forme meno democratiche hanno vissuto, ci accorgiamo che un punto della vetta più alta assente di democrazia è stata caratterizzata dal ventennio fascista. I totalitarismi, nella loro essenza, prevedono la distruzione del pensiero altrui, l’avvilimento del contendente politico, e la ritrattazione dei poteri presenti, al fine di raggrupparli sotto un solo cappello di loro proprietà. Queste forme di governo durano fin quando, altri tipi di potere intervengono, o ricevono risposta da una forza che più grande di esso, in numero, reagisce e scompone quell’ordine. La storia non è solo fatta da vincitori e vinti, talvolta ha colori meno tenui, e sapori più forti, per il ricordo di chi, nel passaggio in questa vita, ha tentato di opporsi e denunciare ciò che nessuno ha voluto ascoltare, sentire o leggere: Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista, catturato e assassinato dalle camicie nere di Mussolini nell’estate del 1924, lasciò testimonianze su carta, per una penna che seppe carpire la violenza istituzionale che il Duce perseguì in quei mesi portando all’approvazione delle leggi fascistissime.
Trattasi del testo “Un anno di dominazione fascista”, in cui egli stesso raccolse le impressioni nate dagli atteggiamenti avversi di uomini frivoli che, scaltri, arricchendosi in pochi anni, seppero sedurre il popolo italiano con ferale violenza, e propaganda di regime, illudendo gli elettori del ritorno a un’Italia come figlia della grande Roma.
A.N.P.P.I.A. – Associazione Nazionale Perseguitati Politici italiani Antifascisti – come catalizzatrice di proposte democratiche, non potrà non ricordare la figura del politico, ma stavolta sotto la lente della consorte Velia Titta, martedì 29 ottobre, alle ore 17:00, presso la ‘Sala Badaloni’ della Biblioteca della Villa Fabbricotti.
L’incontro, chiamato ‘VELIA E GIACOMO. L’AMORE AI TEMPI DEL FASCISMO’, servirà a rimembrare l’Uomo Matteotti, denunciando le assenze umane del regime, e una Donna che chiese il corpo del marito e verità sulla sua morte. Sola contro i potenti, dopo aver amato negli anni di guerra chi perse la vita per amor di patria, lasciò viva letteratura contro uno Stato ingiusto, morente e orribile. Carteggi e ricordi rievocati dal libro “Velia – La dignità contro il regime” in cui la Titta riporta il breve e freddo colloquio con Mussolini, per mostrare muliebre identità contro un fuggevole potere.Parti di questi due testi, tratti dai libri della psicologa Laura Fagiolini e il docente di storia Massimo Meniconi, saranno letti da Alessia Cespuglio ed Emanuele Gamba.
Iniziativa in compartecipazione con il Comune di Livorno e l’Associazione EVELINA DE MAGISTRIS.
L’EVENTO È ACCESSO LIBERO, LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE