Verranno mappate e intervistate sia alcune delle imprese agro-alimentari toscane, sia associazioni caritative che recuperano e redistribuiscono eccedenze in Toscana, per individuare i loro bisogni e le loro sfide
Dove vanno a finire le eccedenze alimentari delle prime fasi della filiera agro-alimentare toscane e come fare per migliorare il loro recupero e la ridistribuzione. Sono le domande che si è posto un recente progetto di dottorato di ricerca “Le iniziative relative allo spreco e alle perdite alimentari delle aziende agroalimentari della Regione Toscana e le attività di recupero delle eccedenze alimentari” realizzato nell’ambito di una convenzione che la Regione ha stipulato con il Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa ed elaborato dalla dottoranda Giulia Gallo.
Il progetto del corso di dottorato, che ricade all’interno del tirocinio previsto sui finanziamenti ministeriali PNRR Pubblica amministrazione (PA), verrà attuato seguendo alcuni passaggi concordati tra Università e Regione Toscana e conterrà la mappatura delle principali aziende agro-alimentari toscane, lo studio dei flussi di eccedenze, le loro cause, l’identificazione delle iniziative relative alla relativa gestione, realizzate ed in corso, ed i relativi bisogni e problemi emersi.
E verranno anche mappate e intervistate sia alcune delle imprese agro-alimentari toscane, sia associazioni caritative che recuperano e redistribuiscono eccedenze in Toscana, per individuare i loro bisogni e le loro sfide.
“Siamo impegnati da tempo nella lotta allo spreco alimentare – ha spiegato cla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – La crisi economica ha impoverito molte famiglie, mettendole in difficoltà anche per l’acquisto di cibo. Per combattere questo fenomeno, la Regione Toscana ha già attuato dal 2015 un programma di interventi assieme alla Caritas e all’Associazione Banco alimentare della Toscana, e un nuovo piano di interventi di contrasto alla povertà alimentare. Conoscere le eccedenze, le loro cause e la relativa gestione è diventato particolarmente importante dunque, visti le normative presenti in ambito di prevenzione di rifiuti e lotta agli sprechi a livello sia europeo, che nazionale e regionale, per muoversi e programmare iniziative di contrasto alla crescita delle povertà e le diseguaglianze. I risultati di questa ricerca potranno darci la possibilità di formulare delle raccomandazioni per politiche e normative da attuare, specificatamente, nella nostra regione”.
Qualche numero
Secondo le ultime stime (Adinolfi et al., 2023), in Italia le eccedenze e sprechi lungo la filiera agroalimentare nel 2023 ammontavano a 8.7 milioni di tonnellate, corrispondenti a 146 kg/pro capite.
Di questi, il 15% avviene durante la produzione primaria e il 73% a livello di consumi domestici. Queste eccedenze e alimenti che vengono sprecati hanno un forte impatto ambientale, che per l’Italia è di circa 0.4 Kg CO2 eq/ pro capite, al di sopra della media Europea che è di circa 0.36 Kg CO2 eq/ pro capite. Da non trascurare inoltre è l’aspetto economico che si verifica in seguito a tali eccedenze: infatti in Italia la perdita economica dovuta allo spreco alimentare tocca i 22,8 miliardi di euro, di cui 17,92 per i consumi domestici, 2,40 derivanti dalla fase agricola, 960 milioni dall’industria alimentare, e 970 milioni per la distribuzione alimentare.
Questo si verifica in un contesto Italiano di aumento di povertà negli ultimi anni: infatti la povertà assoluta in Italia tra le famiglie è aumentata dal 7,7% del 2021 all’8,3% del 2022 (Regione Toscana, 2023).
Secondo l’ultimo report della Caritas (Caritas Toscana and VoisLab srl., 2024), il 13,2% della popolazione toscana nel 2022 era a rischio di povertà o di esclusione sociale. In particolare, la quota di famiglie con ISEE basso risulta più marcata negli ambiti socio-sanitari del Nord della regione (Apuane) e in alcuni di quelli in cui è presente un capoluogo di provincia (Firenze, Pisa, Livorno).
Nel 2023 le Caritas toscane hanno assistito 28.203 persone fragili, numero cresciuto circa del 20% tra il 2019 e il 2022. Di queste, il 55% si è rivolta ad un servizio della Toscana centrale (Firenze, Fiesole, Pistoia, Pescia e Prato) l’area più densamente popolata (Caritas Toscana and VoisLab srl., 2024).
Inoltre, il Banco Alimentare della Toscana, che raccoglie eccedenze alimentari per donarle alle persone in difficoltà, al 2022 aveva 554 strutture caritative di distribuzione agli indigenti convenzionate. Queste assistevano nel 2022 circa 132.000 persone, di cui il 93% continuativi (circa 13.400) e il 7% saltuari (circa 8.600). Dal 2019 gli assistiti continuativi sono aumentati di circa 25.500 unità (+26%) e i saltuari di circa 1.300 unità (+18%) (Regione Toscana, 2023).
Questi dati inquadrano il problema delle eccedenze alimentari da una parte, e dall’altra il bisogno e la richiesta di persone in difficoltà che potrebbero accedere a questi alimenti che sono certamente ancora commestibili. Infatti, diverse leggi regolamentano la raccolta di prodotti in eccedenza e la distribuzione gratuita ad enti caritatevoli, tra cui il regolamento per l’Organizzazione Comune dei Mercati (OCM) (UE) 2017/891 (che integra il Reg. 1308/2013 e premia la distribuzione di prodotti agroalimentari a scopi gratuiti), e la legge Nazionale Italiana n. 166/2016, c.d. Legge Gadda, che allunga le date di scadenza dei prodotti alimentari e permette sgravi fiscali alle aziende donatrici.