Le 2 tonnellate di gelati sono state distrutte: non conformi, documentazione falsa e assenza di tracciatura sanitaria
L’importante operazione a tutela della salute pubblica, che ha portato al sequestro e alla distruzione di una partita di gelati a cono e a stecco per oltre 2.000 kg, è il frutto della stretta collaborazione operativa tra l’Ufficio delle Dogane di Livorno, l’UVAC PCF Toscana – Sardegna del Ministero della Salute e la Guardia di Finanza di Livorno. L’attività è scaturita da una segnalazione dell’UVAC di Livorno, competente a svolgere controlli sui prodotti composti di origine animale, al Reparto antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Livorno in relazione a una partita di gelati provenienti dagli USA, ma asseriti essere di produzione italiana.A destare i dubbi era la mancanza di alcune importanti informazioni richieste dalla normativa sanitaria unionale relative alla filiera produttiva e al rispetto della cosiddetta “catena del freddo” del prodotto destinato all’importazione presso il porto di Livorno.
.I sospetti si sono concentrati su due certificati sanitari dichiarati essere stati emessi dalle Autorità sanitarie della Lombardia e presentati per attestare la tracciatura del prodotto di rientro dagli USA. L’attività d’indagine svolta dai funzionari ADM del Reparto antifrode e dai militari della Guardia di Finanza ha confermato che si trattava di documentazione falsa, presentata per indurre in errore il personale del Ministero della Salute, al fine di poter importare e, quindi, commercializzare prodotti privi di una effettiva tracciatura.Sotto la direzione della locale Procura sono state eseguite perquisizioni e accertamenti nelle provincie di Milano e Como, nel corso delle quali sono state acquisite fonti di prova sulla falsità dei documenti e sul voler aggirare i controlli sanitari.
L’attività coordinata dalla locale Procura si è chiusa con la denuncia del legale rappresentante della società che ha tentato di introdurre nel territorio dello Stato i gelati non conformi. La partita di gelati è stata distrutta sotto la vigilanza di personale di ADM e della GdF, previo provvedimento del Ministero della Salute.
Il buon esito dell’operazione è la conferma dell’efficacia della collaborazione tra i diversi Organi che operano nel plesso portuale labronico anche per contrastare frodi caratterizzate dalla capacità di falsificare certificati sanitari.