Un occhio labronico festeggia 97 anni di cinema
Novantasette anni. Non solo un numero o una semplice età, ma un frangente importante dove maturità e saggezza si incontrano. Quello di Amasi Damiani, è un percorso di vita in cui le immagini in movimento del cinema italiano, non sono state invenzioni o storie ben scritte e girate, bensì un corollario di molti riflessi, dove trame, amori e conflitti hanno avuto vita nei suoi film.
Regista, scrittore, sceneggiatore e ultimo cine-occhio in vita di una settima arte madre di quella odierna, Damiani ha spaziato tra i colori dei generi, e nelle collaborazioni internazionali come quelle americane e orientali.
Nato a Livorno, il 26 settembre del 1927, fin da giovane si cimentò nella capitale per le vie e i contesti di Cinecittà, lavorando con Roberto Rossellini, il Principe Antonio de Curtis, conosciuto ai più come Totò, Anna Magnani, Erminio Macario, Silvio Noto, solo per dirne alcuni. Così, insieme ai fratelli Taviani, Paolo e Vittorio, visse quella capitale che al mondo avrebbe dato l’eredità del grande Neorealismo, il suo conseguente filone rosa, passando dalle amare commedie del dopoguerra che comunque viaggiarono in parallelo ai grandi nomi come Risi, Comencini, Monicelli e Federico Fellini. Proprio da quest’ultimo nacquero collaborazioni con Giulietta Masina e anni dopo, dalle messe in scena nei teatri della provincia di Livorno, arrivò, quasi, a dare il ruolo di protagonista ad Alessandro Gassmann per il suo “Jesus” del 2000.
Impegnato anche per il sociale, Amasi si è molto adoperato per la sua città, collaborando con diversi istituti e molte realtà, con film e documentari al fine di sensibilizzare le persone sulla questione dell’autismo, i problemi della tossico-dipendenza, i non vedenti, fino all’ultimo lavoro a sostegno degli alluvionati del 2017. Inoltre, il nostro concittadino è stato premiato a Roma in Campidoglio, il 20 settembre scorso, col Premio alla Carriera ‘Premio Cinema Indipendente – Sergio Pastrone’.
In quasi ottant’anni di creazione cinematografica, si ha la certezza che la sua firma appartiene a quel mondo riconosciuto come genere di cinema d’autore. Dopo l’ultimo lungometraggio chiamato “Emozioni” del 2023, si è subito riaffacciato nel contesto teatrale col Vertigo, per mettere in scena “La commedia di Candido” di Voltaire per la penna di Stefano Massini, ma ha in preparazione per questo novembre 2024 uno spettacolo inedito scritto dal fratello Alberto Damiani, vincitore del ‘Premio Nazionale Vallecorsi per il teatro’. Dal titolo “La Diva” vedrà la regia di Amasi Damiani con la collaborazione artistica di Adriana Lamacchia.