Sopralluogo del presidente con la sindaca Funaro. Idrovore al lavoro per lo svuotamento
Tre idrovore al lavoro e un robottino galleggiante per ispezionare e verificare l’entità delle infiltrazioni d’acqua. Così è partito lo svuotamento del tunnel sotto l’Arno che collega la torre della Zecca Vecchia a piazza Poggi di fronte alla torre di San Niccolò, sulla riva sinistra del fiume Un percorso sotterraneo inedito che il presidente Eugenio Giani vuole ripristinare.
E stamani Giani ha fatto un lungo sopralluogo sull’intera area finalizzato proprio ad approfondire il quadro conoscitivo in vista del progetto di riapertura dell’antico camminamento pedonale di 250 metri di lunghezza, posto 5 metri sotto il livello del fiume. Insieme al presidente anche la sindaca di Firenze Sara Funaro, i tecnici della Regione con il direttore del settore opere pubbliche Michele Mazzoni e il direttore del settore Difesa del suolo e Protezione civile Giovanni Massini. Adiacente al percorso infatti, proprio sotto piazza Poggi sorgerà anche la nuova centrale idroelettrica (i lavori si concluderanno entro dicembre 2024) che fa parte delle 13 pescaie (gli impianti sono 12) lungo l’asta dell’Arno oggetto dei lavori di recupero voluti dalla Regione Toscana, destinati a creare energia pulita dal fiume e finanziati attraverso Project Financing.
Tornando al tunnel sotto l’Arno il presidente Giani ne ha sottolineato la straordinarietà: “E’ un intervento a cui tengo che vuol creare una nuova direttrice per il turismo, ma non solo. Da ieri abbiamo cominciato a svuotare il tunnel che nel corso dei decenni ha perso l’impermeabilizzazione. Le idrovore sono al lavoro per ripulirlo e per evidenziare così i punti in cui l’acqua si infiltra. Dobbiamo capire lo stato di conservazione del manufatto dall’interno, conoscenza che renderà possibile programmare i futuri lavori di recupero della galleria con apposito studio di fattibilità”.
“Lo sviluppo della nostra città – ha aggiunto la sindaca Funaro- , con le nuove linee tramviarie che stanno crescendo e che collegheranno questa zona di Firenze, dove ci sarà una fermata della tramvia proprio in corrispondenza di via Malcontenti, e i nuovi parcheggi scambiatori, offrirà la possibilità sia ai cittadini sia ai turisti di avere più punti di accesso al centro storico. Avere anche questo camminamento ci consentirà di deviare i flussi che partono tra lungarno della Zecca e piazza Santa Croce. Questo tunnel sarà quindi per i turisti ma anche per i cittadini una preziosa opportunità di raccontare un’altra storia della città e anche di offrire un altro passaggio per l’altra sponda”.
Il presidente Giani ha ripercorso la storia del tunnel, la sua funzione a servizio della fabbrica dell’acqua che allora sorgeva in piazza Poggi, sottolineando come questo luogo rimanga legato a quell’antica funzione: “Negli anni settanta dell’ottocento – ha sottolineato Giani- il tunnel serviva a far passare i tubi funzionali alla fabbrica dell’acqua che oggi stiamo in qualche modo facendo rinascere con la nuova centralina idroelettrica che entrerà in funzione a dicembre. La fabbrica dell’acqua era un sistema all’avanguardia – ha aggiunto Giani- , era il sistema tecnologico che portava l’acqua nelle case dei fiorentini e che a Firenze, che nel 1870 era capitale d’Italia, si poteva attuare. E se il tunnel sotto l’Arno allora serviva come elemento di passaggio per operai e di servizio, ora servirà a turisti e residenti che vorranno fare un percorso alternativo e affascinante, che permetterà a coloro che arrivano con i bus sui lungarni, di riemergere, facendo pochi passi a piedi, in Oltrarno, visitando così una parte di Firenze importante e suggestiva”.
La ditta che sta lavorando su piazza Poggi sta intervenendo contemporaneamente anche nella scala di discesa sul lungarno della Zecca: fruttando l’abbassamento d’acqua nel tunnel ha infatti potuto iniziare a rimuovere il vecchio tubo dell’acquedotto che stava sotto il livello dell’acqua.
L’intervento è possibile grazie allo stanziamento di 7 milioni e 500 mila euro deciso dalla Regione nell’ambito del piano di interventi del Fondo di sviluppo e coesione.