Le indagini sono scattate all’indomani della presentazione di una denuncia presso il Commissariato di Piombino
Gli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Piombino, nei giorni scorsi, hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria un uomo ed una donna, di 45 e 47 anni, non residenti nel comune di Piombino, per il reato di riciclaggio di denaro.
Le indagini sono scattate all’indomani della presentazione di una denuncia, presso il Commissariato di Piombino, da parte di un uomo residente a Piombino, che, incuriosito da una pubblicità di trading on-line particolarmente attrattiva, prendeva contatti con un’operatrice di detta società, cominciando a versare del denaro a titolo di investimenti.
La parte offesa veniva, poi, indotta a scaricare delle applicazioni dalle quali avrebbe potuto comprare bit-coin e spinta a fare sempre più versamenti di denaro per “sbloccare” l’operatività degli investimenti effettuati, per un totale di quasi 5.000 €.
Nel momento in cui il denunciante tentava di prelevare il denaro guadagnato, gli veniva richiesto di effettuare un nuovo bonifico che, come in precedenza, sarebbe servito a riattivare le applicazioni necessarie a fargli incassare i frutti dei suoi investimenti; l’uomo comprendeva, a tal punto, di essere stato raggirato, denunciando il tutto al Commissariato di P.S. di Piombino.
Le indagini consentivano ai poliziotti di risalire a due beneficiari dei versamenti effettuati, i quali, a loro volta, ricevuto il bonifico, avevano ritrasferito il denaro versato sui loro conti ad altre persone, trattenendosi una percentuale della somma per l’ illecita attività di giroconto effettuata.
Gli investigatori riuscivano così ad interrompere il circolo delittuoso avviato con la truffa attuata in danno del denunciante (indotto a versare denaro con la promessa di mirabolanti guadagni) e continuato con il riciclaggio di denaro operato dagli indagati, meccanismo ideato allo scopo di ostacolare l’identificazione degli autori della truffa.
Occorre precisare che il procedimento non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni, dovranno essere opportunamente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevoli gli indagati.
FONTE: QUESTURA DI LIVORNO