Nell’estate degli “ombrelloni liberi” e delle polemiche che travolgono le concessioni balneari, Livorno non fa eccezione: uno stabilimento labronico è finito sotto accusa
Livorno, 11 agosto 2024 – La scintilla si è accesa da un post social: un livornese ha voluto condividere in un gruppo dedicato ai cittadini labronici la sua disavventura presso un noto stabilimento balneare della città, finendo con lo scatenare un fiume di commenti a suo sostegno.
La vicenda: volendo entrare presso lo stabilimento, l’autore del post si è visto negare l’ingresso in quanto privo di abbonamento. La scusa dei gestori sarebbe stata il rispetto delle norme di sicurezza, in quanto area molto frequentata sarebbe stato necessario avere una cabina o un ombrellone per poter avere accesso.
Sempre l’autore afferma quindi di”aver riso in faccia” alla persona che ha negato l’ingresso, affermando in conclusione che avrebbe potuto comunque accedere se avesse richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
L’interazione degli utenti social è stata immediata e forte: tantissimi commenti sono piovuti a sostegno dell’autore, scoperchiando una questione divenuta annosa a livello nazionale: la gestione degli stabilimenti balneari.
La polemica si era accesa già con la scadenza di tali concessioni, che sarebbe avvenuta naturalmente il 31 dicembre 2023 ma che è stata fatta slittare alla stessa data del 2024 dall’esecutivo Meloni; tale decisione è stata però ritenuta non valida dal Consiglio di Stato, chiedendo quindi di procedere a nuove gare di assegnazione.
Ciò nonostante gli stabilimenti sono rimasti aperti alle stesse condizioni di sempre, di fatto invalidando quanto richiesto dal Consiglio ed esercitando lo stesso controllo sui beni demaniali che hanno sempre avuto in concessione.
Proprio per questo già dall’inizio della stagione estiva moltissimi italiani si sono uniti al movimento “Mare libero”, andando a piantare i propri ombrelloni dove meglio credono in base all’attuale presunta abusività degli stabilimenti balneari, i quali privatizzerebbero sezioni di lido senza averne diritto.
Questa situazione ha creato anche moltissimi malumori tra gli stessi gestori, i quali hanno deciso di lasciare chiusi gli ombrelloni per alcune ore lo scorso venerdì definendolo una sorta di “sciopero”; peccato che lo sciopero possa essere fatto solo dai lavoratori, e che se esercitato dai gestori si chiamerebbe “serrata” e sarebbe illegale già dal 1960.
Quello che i gestori chiedono è una certezza riguardo alle concessioni in loro possesso da moltissimo tempo, sulle quali, affermano, hanno investito moltissimo denaro; non dichiarano, però, di aver sempre pagato una quota al Demanio inferiore all’affitto di un monolocale. Tanto per fare un esempio: il Papeete, che ogni anno fattura milioni di euro, paga al Demanio poco meno di 6000 euro annui.
Temendo quindi di perdere questo controllo decennale sui beni demaniali, così come è previsto dalla direttiva europea Bolkenstein, i balneari sono arrivati a chiedere persino un indennizzo in caso le concessioni finissero davvero a gara; nel frattempo moltissima utenza ha preso consapevolezza dei propri diritti, così come dimostra il post che ha acceso la polemica a Livorno.