“Il signor Bottai è stato messo KO” ha commentato Perini. La replica di Lenny Bottai
Livorno, 22 giugno 2024 – Il caso Perini – Bottai, che si trascina ormai da più di tre anni, ha visto ieri il suo epilogo con la piena assoluzione del consigliere comunale in carica per Fratelli d’Italia.
Secondo la sentenza del giudice Rosa Raffaelli, emessa lo scorso 7 marzo, non c’è stata diffamazione; ieri sono arrivate le motivazioni, comprensive anche della questione sollevata dall’accusa riguardo a come Alessandro Perini sarebbe entrato in possesso dei documenti alla base del caso politico.
Perini aveva infatti dimostrato attraverso tali atti che i coniugi Lenny Bottai e Veronica del Giovane avevano omesso il pagamento del canone di affitto della Spes Fortitude, palestra data loro in concessione dal Comune, effettuando una serie di lavori in maniera autonoma non preventivamente concordati col concessionario.
Sempre secondo gli atti, nel tentativo di sanare la propria posizione ci sarebbero state ulteriori delibere sulle quali gli stessi tecnici, incaricati di valutare i suddetti lavori, non hanno dichiarato alcuna congruità rispetto alla richiesta economica.
Sulla questione replica Bottai: “Il consigliere Perini omette di dire di non essere stato a conoscenza delle comunicazioni tra me e il Comune riguardo ai suddetti lavori; se ci fosse stato abuso edilizio avrei avuto una condanna penale. In futuro dovrà rispondere anche di questo.”
La denuncia per diffamazione, invece, è stata sottoscritta dai coniugi Bottai e Del Giovane a seguito di un diverbio social proprio a seguito del polverone sollevato da Perini in consiglio comunale e per la divulgazione dei dati sensibili sui movimenti economici di Spes Fortitude.
Nelle motivazioni dell’assoluzione si legge che “le affermazioni fatte da Perini non sono direttamente offensive”, e che “gli atti erano noti ad una pluralità di soggetti e in quel momento erano oggetto di discussione da parte degli uffici comunali”.
“Il signor Bottai è stato messo KO” commenta Perini, aggiungendo: “ Ho avuto tutto il diritto di fare quel che ho fatto. Essendo un consigliere comunale è lecito che svolga anche una funzione di controllo, e avendo svolto un lavoro di pubblico interesse mi aspetterei almeno un ringraziamento da parte del Sindaco Luca Salvetti e da Lenny Bottai.”
Replica l’avvocato difensore di Bottai, Francesco Donati: “Se qualcuno dovesse aver fatto uscire quei documenti dal Comune senza formale richiesta d’accesso, sarebbe un reato.”
“L’assoluzione è arrivata perché Perini ha dichiarato di aver saputo del caso dai giornali.” conclude Bottai. “Ma c’è un processo parallelo a carico di Marcella Amadio che chiarirà se c’è stato un passaggio degli atti che costituirebbe una violazione del Testo Unico.”