Dopo un inseguimento per le vie cittadine i due sono stati fermati sul viale Carducci. Lo scooter era privo di assicurazione e revisione
Nell’ambito dei servizi intensificati per garantire la sicurezza in questo centro, il personale della Sezione Volanti, durante il controllo del territorio nel primo pomeriggio di ieri 20 maggio ha denunciato, in stato di libertà per il reato di resistenza in concorso, due cittadini tunisini del 1999 e 2002.
Gli stranieri, a bordo di uno scooter Honda SH300, mentre transitavano in piazza della Repubblica, alla vista della volante si sono dati alla fuga con una guida spericolata mettendo a repentaglio l’incolumità, oltre di loro stessi, degli altri mezzi in transito ed in sosta e dei pedoni.
Dopo un inseguimento per le vie cittadine gli operatori della polizia sono riusciti a fermarli in viale Carducci.
Da successivi accertamenti è stato verificato che il mezzo, affidatogli da una cittadina livornese, risultava essere privo di copertura assicurativa e di revisione periodica, mentre il conducente non era in possesso della patente di guida. Quindi il conducente è stato sanzionato per reati previsti dal codice della strada ed è stata sanzionata anche la proprietaria del motociclo in quanto ha consentito la guida a persona priva di patente. Il mezzo è stato sequestrato.
Inoltre nella serata, a seguito di segnalazione pervenuta al numero di emergenza 112, il personale della Sezione Volante è intervenuto in centro in quanto un cittadino stava inseguendo uno straniero che aveva infranto il vetro della sua autovettura, parcheggiata sugli Scali Saffi, per cercare di rubare delle bottiglie di birra che si trovavano al suo interno.
Lo straniero, che da successivi accertamenti risultava essere cittadino tunisino del 1974 con numerosi precedenti di polizia e penali, è stato fermato e denunciato per tentato furto aggravato e per reiterata violazione all’ordine del Questore a lasciare il territorio nazionale.
Da precisare che i procedimenti non sono ancora definiti e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevoli gli indagati.