Si tratta di un cittadino tunisino
Nell’ambito di mirati servizi di controllo del territorio, finalizzati alla prevenzione e al contrasto dello spaccio di sostanza stupefacente, il personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, ieri 10 giugno, transitando a bordo dell’autovettura di servizio in via dell’Angelo, ha fermato e controllato un uomo riconosciuto come dedito ad attività illecite, con numerosi precedenti di polizia inerenti la materia degli stupefacenti.
Durante il controllo l’uomo, cittadino tunisino del 1988, ha consegnato spontaneamente in un primo momento un frammento di hashish contenuto in un involucro in cellophane trasparente e successivamente, dalla tasca dei jeans, estraeva una custodia per cuffie di colore nero al cui interno venivano rinvenuti 31 involucri in cellophane trasparente termosaldato contenenti cocaina.
Alla luce di quanto rinvenuto, gli operatori di polizia hanno accompagnato lo straniero negli Uffici della Questura di Livorno dove, a seguito di successiva perquisizione personale, hanno rinvenuto inoltre 95 euro in banconote di piccolo taglio ed uno smartphone.
Nell’occasione, il locale Gabinetto di Polizia Scientifica ha analizzato la sostanza stupefacente rinvenuta: i trentuno involucri in cellophane trasparente termosaldato contenevano sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso lordo di grammi 15,19 mentre il frammento di sostanza solida di colore marrone, risultava stupefacente del tipo hashish del peso lordo di grammi 02,90.
Per i fatti sopra esposti (essere stato sorpreso in un luogo centrale della città in possesso di un’ingente quantitativo di stupefacente, aver avuto banconote di vario taglio verosimilmente provento dell’attività illecita, essere stato trovato in possesso del cellulare verosimilmente utilizzato per tenere contatti con gli “acquirenti”) il tunisino è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e tradotto presso la locale Casa Circondariale “Le Sughere”.
Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole l’indagato.