I Carabinieri hanno agito in ottemperanza di un provvedimento emesso dalla Corte d’Appello di Firenze Sezione I^ Penale
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Piombino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un 19enne del posto; hanno agito in ottemperanza di un provvedimento emesso dalla Corte d’Appello di Firenze Sezione I^ Penale.
Il giovane è stato rintracciato e bloccato dai Carabinieri del pronto intervento, residente a Piombino, annovera a suo carico un elevato numero di precedenti penali. Costui era già sottoposto al regime degli arresti domiciliari con anche il braccialetto elettronico. Sottoposizione, quest’ultima, scaturita a seguito dell’ennesima informativa di reato a suo carico per attività di spaccio di stupefacenti commessa negli ultimi anni.
L’azione costante di prevenzione e monitoraggio condotta sul territorio dai militari di Piombino ha consentito di dimostrare che la misura in atto nei suoi confronti era decisamente insufficiente e così infatti si è rivelata, rendendosi indispensabile un provvedimento restrittivo maggiormente afflittivo.
I Carabinieri di Piombino seguendo da vicino la vicenda, così come viene fatto per tutte le situazioni afferenti il controllo di soggetti sottoposti a misura cautelare, di prevenzione e/o sicurezza – in linea con le disposizioni del Comando Provinciale Carabinieri di Livornocondivise in sede di Comitato Provinciale con la locale Prefettura – hanno vigilato sul rispetto della misura, raccogliendo significativi elementi che hanno disvelato reiterate evasioni e altre condotte che sono in palese violazione degli obblighi a lui imposti.
Gli elementi raccolti sono stati riferiti quale esito di ulteriori indagini a carico del ragazzo all’Autorità Giudiziaria competente che, concordando con le risultanze fornite, ha inteso aggravare la precedente misura, proprio disponendo a carico del ragazzo la restrizione in carcere. I Carabinieri dopo averlo rintracciato e bloccato, eseguite le attività documentali connesse e di rito, lo hanno tradotto presso la casa circondariale Le Sughere di Livorno.
Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, sono da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – sino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.