Progetto che usufruisce di un finanziamento PNRR di 715mila euro
L’Amministrazione comunale ha deciso di ristrutturare l’ex asilo Chayes di via Cambini per destinarlo a percorsi sociali volti a favorire l’autonomia abitativa delle persone con disabilità.
In questo progetto sarà impiegato un finanziamento di 715mila euro che il Comune di Livorno ha ottenuto nell’ambito dell’Investimento 1.2 del PNRR “Percorsi di autonomia per persone con disabilità”. Di questi 715mila euro, 300mila saranno utilizzati per la parte tecnica, cioè per la riqualificazione dell’immobile, mentre la parte restante è destinata al settore sociale per la gestione.
La palazzina Vittorio Chayes è un edificio storico di due piani a pianta quadrata, con giardino retrostante, che risale alla seconda metà dell’Ottocento. Diventato di proprietà comunale, negli ultimi decenni, fino al 2016, ha ospitato una scuola materna comunale. L’edificio è stato poi occupato abusivamente, fino a quando, nel 2023, l’Amministrazione comunale è riuscita a liberarlo.
Il progetto prevede la realizzazione di più appartamenti, ciascuno composto da due camere doppie, con un bagno comune e un’area living condivisa dotata di cucina e altri spazi comuni aperti sul giardino. Il montavivande che attualmente si trova nel vano scala a pozzo sarà sostituito da un ascensore. Saranno rifatti tutti gli impianti e saranno adottate soluzioni di domotica idonee ad assicurare il giusto comfort all’utenza, in aderenza alla normativa nazionale e regionale in materia.
I locali saranno inoltre funzionali alla presenza di operatori. Le persone con disabilità (fino a 12) che andranno a vivere nell’immobile saranno infatti al centro di un progetto di vita indipendente che sarà elaborato dai Servizi sociali integrati in collaborazione con il Terzo Settore.
L’immobile, per la sua posizione nel contesto del centro urbano e per le caratteristiche dimensionali, ben si presta all’altrettanto importante percorso di inclusione sociale nella realtà cittadina, in un contesto innovativo. L’abitare in autonomia non si esaurisce infatti nell’individuazione di una casa, ma deve tendere a facilitare la creazione di un contesto abitativo e sociale all’interno del quale sia possibile non solo accedere ad un alloggio adeguato, ma anche a relazioni umane importanti e ai servizi che offre il territorio.