Come riconoscimento dell’opera di pacificazione e di amicizia che da anni svolge nei confronti dei superstiti e dei familiari delle vittime delle stragi nazifasciste
La Regione Toscana ha conferito una targa in vetro a Udo Surer come riconoscimento dell’opera di pacificazione e di amicizia che da anni svolge nei confronti dei superstiti e dei familiari delle vittime delle stragi nazifasciste. La targa è stata consegnata oggi nella sede della presidenza della Regione a Palazzo Strozzi Sacrati dall’assessora regionale alla Cultura della Memoria. Presenti il sindaco di Cascina, il sindaco di Fivizzano e il presidente dell’Anpi provinciale di Pisa.
Quello di Udo Surer, nato Maier, avvocato di Lindau, Baviera, è un meritevole percorso di riconciliazione con un passato terribile, ignobile, che ha investito la sua famiglia e la cui scoperta lo indotto a rinnegare il padre, cambiare cognome ed iniziare una nuova vita incentrata sui valori della pacificazione e della fratellanza tra i popoli. E’ un percorso, quello di Udo, teso a costruire un ponte con i discendenti di coloro che furono trucidati dalle Ss e dal cosiddetto Battaglione della Morte, del quale fece parte anche suo padre, Josef Maier, che fu uno degli autori alle stragi di San Terenzo Monti e Vinca di Fivizzano, in Lunigiana, nell’estate del 1944.
Il presidente della Regione ha sottolineato come, dopo aver scoperto il vero passato di suo padre, Udo Surer abbia avuto il coraggio e la determinazione di volere incontrare i familiari ed i superstiti delle stragi avvenute in Italia intraprendendo un percorso di pace e di riabilitazione. Ha inoltre evidenziato come l’azione di questo avvocato bavarese sia sempre stata e sia tutt’ora condotta all’insegna dell’umiltà e del profondo rispetto per le vittime delle stragi nazifasciste.
Per l’assessora regionale alla Cultura della Memoria è motivo di orgoglio accogliere in Toscana Udo Surer dandogli una targa con il simbolo della Regione Toscana, il Pegaso alato che fu del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, un simbolo quindi denso di significato.
E’ il modo migliore di trascorrere la vigilia del 25 aprile ha voluto sottolineare l’assessora, una data che è la più importante e la più bella nel nostro calendario civile perché ci ricorda il sacrificio e l’impegno delle partigiane e partigiani che hanno combattuto per consegnarci un Paese libero, democratico e in pace, soffermandosi sul valore di questa parola oggi, alla luce dello scenario internazionale. Consegnare questo Pegaso a Udo Surer significa ancora una volta ribadire che affondiamo le nostre radici nei valori dell’antifascismo e della Resistenza. E, come sottolineato dall’assessora alla Cultura della Memoria, sono quelle radici le solide basi per costruire un presente e un futuro che traggano insegnamento dal passato e ci aiutino ad impedire vergognosi tentativi di revisionismo e negazionismo.
Non è un caso che la Regione Toscana abbia voluto proprio in questa legislatura inserire un richiamo esplicito all’antifascismo nello Statuto regionale, anche alla luce dei pericolosi rigurgiti nazifascisti a cui assistiamo.
L’assessora, ripercorrendo le tappe delle scelte di Udo Surer, ha sottolineato il coraggio e la determinazione di questo uomo che porta avanti un’azione preziosa di salvaguardia e diffusione della Memoria.
La storia inizia nel 1992 quando Josef Maier morì e Udo ed i suoi congiunti incontrarono i cinque figli che il padre aveva avuto da un precedente matrimonio. Da quegli incontri iniziarono ad emergere particolari inediti e terribili, una verità sconosciuta quanto agghiacciante: Josef Maier aveva aderito con convinzione al Reich e al nazismo. Udo iniziò così a svolgere delle ricerche d’archivio. Nel 2004 scoprì che il padre aveva fatto parte del tristemente famoso sedicesimo plotone della divisione Reichsführer, meglio noto come Battaglione della Morte, comandato dal famigerato generale Walter Reder. Tale battaglione, inquadrato nelle Ss, nell’agosto 1944 trucidò oltre 400 civili, tra cui molte donne e bambini, in Lunigiana.
Joseph Maier non aveva mai fatto parola dei suoi trascorsi, ma le ricerche confermarono le responsabilità del padre in alcune stragi. Così Udo decise di cambiare cognome e di intraprendere una sorta di pellegrinaggio catartico al fine di ricucire le ferite inferte a popolazioni innocenti dalla Germania nazista e da chi, come suo padre, ne fu con convinzione al servizio.
In molti anni Udo Surer ha visitato Marzabotto, Guardistallo, Sant’Anna di Stazzema, San Terenzo Monti, Valla, Bardine e Vinca di Fivizzano, raccogliendo le testimonianze dei discendenti e dei parenti di coloro che furono barbaramente uccisi.
Udo Surer ancora oggi è impegnato a rintracciare superstiti e discendenti delle vittime delle stragi nazifasciste in Lunigiana ma anche in altre parti della Toscana e dell’Emilia, vittime innocenti di eccidi perpetrati dalle truppe naziste spesso assieme ai reparti dell’esercito fascista della Repubblica di Salò.
Udo Surer è stato insignito di diverse onorificenze, tra cui la cittadinanza onoraria di Fivizzano. E ieri è stato ospite di Cascina. Oggi è la Regione Toscana a conferirgli una targa per evidenziare il suo instancabile lavoro a favore della verità: un lavoro che per Udo, negli anni, deve essere stato anche assai doloroso, perché per farlo ha dovuto dovuto prendere coscienza di una realtà brutale ed abiurare la figura paterna.