Il testo disciplinerà in maniera più puntuale tutte le attività aggiuntive alla preparazione e vendita di farmaci
La giunta regionale propone una nuova norma per i servizi erogati in farmacia che siano diversi dalla preparazione e vendita di farmaci. Nel 2000 la Toscana già aveva dato indicazioni sulle autoanalisi da sangue capillare da svolgersi in farmacia. In oltre venti anni la tecnologia è però andata avanti, sono cresciute le analisi che si possono fare con strumenti non ingombranti, è arrivata la pandemia con vaccini e tamponi. Più disposizioni si sono aggiunte nel tempo e, nel groviglio normativo tra livello nazionale e regionale che si è creato, la giunta intende ora mettere ordine modificando proprio quella legge regionale del 2000, la n. 16.
Scompare il riferimento esclusivo ai test di autodiagnostica. Si spiega che le attività aggiuntive potranno essere svolte in spazi separati all’interno delle farmacie ma anche in locali esterni – basta che quegli spazi non vengano utilizzati anche per la vendita di farmaci e prodotti – oppure, nel caso di farmacie che non dispongono di spazi idonei e separati, le si potranno fare all’interno nei locali adibiti alla vendita ma in orario di chiusura.
Non si potranno invece utilizzare, se non in casi eccezionali, gazebo o strutture prefabbricate, come quelle che in piena pandemia da Covid 19 nella straordinarietà del momento erano state autorizzate. Le nuove disposizioni elencano in maniera puntuale pure le responsabilità del farmacista, a partire dal rispetto della riservatezza degli utenti.
La modifica della legge regionale del 2000 è stata avviata dopo un confronto con le organizzazioni sindacali e le Asl. La proposta di legge, presentata dall’assessorato al diritto alla salute, sarà ora esaminata dal Consiglio regionale.