Nella Sala del Consiglio Comunale di Livorno i familiari delle vittime, le associazioni, le autorità chiedono ancora verità e giustizia
Livorno, 10 aprile 2024 – “In questi cinque anni ho dovuto ascoltare
insieme a voi pronunciamenti di giudici di varie procure che anziché
chiarire il quadro lo hanno complicato all’inverosimile e seguire i lavori di
due commissioni parlamentari, piuttosto inconcludente la prima,
indubbiamente proficua la seconda.
Ora è partito il lavoro della terza commissione parlamentare, i cui
componenti hanno immediatamente mostrato una grande voglia di dare
un contributo concreto alla ricerca della verità. Gli auguriamo buon
lavoro e invitiamo a concentrare la loro attenzione partendo dai dati
significativi raccolti e delineate dai loro predecessori. In questo modo
non ripartiremo ancora da zero e nessuno potrà ricacciarci nel baratro
dell’incertezza, delle verità che non arriva mai e della giustizia che ci
sfugge dalle mani anno dopo anno”.
Nel segno del dolore che non passa, ma anche della speranza per il
lavoro della nuova commissione parlamentare appena insediata,
l’intervento del sindaco Luca Salvetti, durante la cerimonia che a 33
anni dalla terribile notte del 10 aprile 1991, ha visto riuniti nella Sala
Consiliare di Palazzo Comunale di Livorno ancora una volta i familiari
delle vittime della più grande tragedia della marineria civile italiana,
quella del Moby Prince, le associazioni che lottano per la verità e per la
giustizia, i sindaci delle città che hanno avuto vittime, autorità.
E’ il momento centrale di una giornata piena di eventi per non
dimenticare, partita con la deposizione di una corona presso il
Monumento in ricordo delle Vittime, proseguita con una messa in
Cattedrale. Dopo l’iniziativa in Comune il corteo per le vie del centro con
il momento culminate del lancio delle rose in mare all’andana degli
anelli, dove si trova la lapide con i nomi, delle vittime del Moby Prince.
Tornando alla cerimonie in Comune, tra gli interventi in Sala Consiliare,
introdotti dal presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso, proprio
quello dell’onorevole Pietro Pittalis, presidente della Commissione
parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince
e rappresentante ufficiale del Presidente della Camera dei Deputati, che
ha promesso il massimo impegno.
Intervenuti quindi Antonio Mazzeo Presidente del Consiglio Regione
Toscana, Nicola Rosetti presidente dell’associazione 140 Moby Prince che
ha ricordato con grande affetto Loris Rispoli, oggi per via di una grave
malattia lontano dalla battaglia attiva ma per decenni sempre in prima
linea, poi il vicepresidente Sergio Romboni. Quindi hanno parlato Daniele
Atanasio Sisca sindaco di Santa Sofia D’Epiro, Zoello Forni presidente
Nazionale ANMIL, Stefano di Bartolomeo presidente territoriale Anmil.
Quindi è stato proiettato un video messaggio del Ministro Ministro della
Protezione Civile e delle Politiche del Mare delegato dal Presidente del
Consiglio dei Ministri Nello Musumeci, sono stati letti una lettera del
Presidente del Senato e un messaggio del Senatore Manfredi Potenti.
Per chi è interessato a rivedere la cerimonia qui il video integrale:
https://livorno.consiglicloud.it/meetings/OTZFaXppemQ0K0E9
Qui l’intervento del sindaco Luca Salvetti:
“Per 28 anni della mia vita ho pensato al 10 aprile e alla tragedia del
Moby prince solo ed esclusivamente in una maniera. Una chiamata
improvvisa al telefono, una corsa al porto, un microfono in mano e la
necessità di raccontare da giovane cronista una storia che segnerà
definitivamente la mia vita professionale. Mi muovo basandomi
sull’istinto. La mia cronaca in presa diretta fa un certo effetto, è un
misto di frasi slegate, alcune senza senso, frutto dell’incertezza generale
su cosa realmente fosse accaduto e dell’incertezza personale. Nel cuore
della notte ci è consentito di salire su un rimorchiatore per uscire in
mare a fare alcune riprese, il tragitto è breve: dopo poco cominciamo a
scorgere il fuoco intorno all’Agip Abruzzo, la petroliera sta bruciando, il
greggio fuoriuscito brucia, sembra di entrare in un girone infernale.
Fiamme alte, equipaggio salvo, rischi ambientali, queste sono le
notazioni sul taccuino. Il comandante del rimorchiatore ci dice: “Se
volete vedere il traghetto dobbiamo andare a sud”. Percorriamo qualche
miglio, è buio, dall’oscurità quasi all’improvviso sbuca la sagoma del
Moby Prince, lo scafo è completamente annerito, gli oblò sono dei
puntini arancioni, all’interno sta bruciando tutto.
Gli ultimi cinque anni invece li ho vissuti da Sindaco di Livorno a
rappresentare una comunità che è arrabbiata e delusa.
Cinque anni dove sono successe un infinità di cose.
La pandemia prima di tutto che ci ha costretti a non potersi abbracciare
e a non poter condividere emozioni e sensazioni nella maniera più
naturale. Quel 10 aprile lo ricordo per quella camminata in solitario dal
comune al porto con al fianco Loris Rispoli e con rose in mano che
distribuiamo a quelle poche persone che possono stare in strada.
Poi la malattia di Loris rispoli che cambia totalmente il modo con cui tutti
riescono ad approcciarsi all’anniversario della strage del Moby. Loris è il
simbolo di un percorso straordinario di lotta ed impegno in questa
vicenda maledetta, Loris ci manca come ci manca la sua tempra da
combattente.
Ci manca anche Angelo Chessa che abbiamo perso l’11 giugno del 2022
Insieme al fratello Luchino ha combattuto per anni in Parlamento e nelle
aule dei tribunali per fare luce sulla tragedia che costò la vita al padre
comandante del Moby
Tra le molte cose che sono accadute in questi anni c’è anche la scelta di
consegnare la Livornina d’oro, massima onorificenza cittadina,
all’associazione 140, un modo per dire ad alta voce e con passaggi
estremamente significativi che tutti noi non abbiamo intenzione di
dimenticare né ora né mai la consegno a Nicola Rossetti un’altra persona
straordinaria che ho imparato a conoscere in tutte le sue sfaccettature e
nel suo spessore umano.
Abbiamo poi fatto il massimo per costruire giornate ed eventi per
ricordare e per spingere con forza chi di dovere a lavorare per delineare
i contorni della verità e far ripartire il cammino verso la giustizia.
Docufilm, presentazione di libri, interviste e tanto altro per tenere alta
l’attenzione anche al di fuori della giornata del 10 aprile.
In questi cinque anni ho dovuto poi ascoltare insieme a voi
pronunciamenti di giudici di varie procure che anziché chiarire il quadro
lo hanno complicato all’inverosimile e seguire i lavori di due commissioni
parlamentari, piuttosto inconcludente la prima, indubbiamente proficua
la seconda.
Ora è partito il lavoro della terza commissione i cui componenti hanno
immediatamente mostrato una grande voglia di dare un contributo
concreto alla ricerca della verità. Gli auguriamo buon lavoro e invitiamo
a concentrare la loro attenzione partendo dai dati significativi raccolti e
delineate dai loro predecessori. In questo modo non ripartiremo ancora
da zero e nessuno potrà ricacciarci nel baratro dell’incertezza, delle
verità che non arriva mai e della giustizia che ci sfugge dalle mani anno
dopo anno”.