All’origine dell’incidente potrebbe esserci la mancata comunicazione tra le oltre 30 aziende che hanno operato in appalto nello stesso sito, al di fuori di ogni vigilanza
Il gravissimo incidente avvenuto in via dei Mariti a Firenze, costato la vita a cinque persone, ha rimesso in discussione un tema estremamente scottante: la giungla degli appalti e subappalti.
Sono più di 30 le aziende e cooperative che hanno un ruolo nella costruzione del sito dove l’incidente è avvenuto, e stando a quanto ricostruito l’incidente è avvenuto per una mancanza di comunicazione tra due di queste.
L’azienda incaricata di fissare la trave poi crollata, infatti, non sarebbe stata in contatto con la squadra che il giorno dopo avrebbe versato il cemento su di essa, causando l’inevitabile caduta e il dramma che ne è conseguito, e che è costato la vita di cinque persone.
Per quanto possa apparire come un caso di incuria dovuta a negligenza, questo è il risultato della frantumazione del mondo del lavoro: come potrebbero oltre 30 aziende che hanno ottenuto il bando di costruzione giocando al ribasso (ergo spuntando il prezzo più favorevole, riducendo tutto il resto) avere un qualche tipo di comunicazione?
Certo, potrebbero e dovrebbero, e in questo caso dovrebbero intervenire gli ispettori del lavoro che però sono in costante carenza di organico, al punto che su Firenze di ispettori ce n’era solo uno fino all’integrazione di altri dieci solo recentemente, subissati comunque dalla burocrazia, su un organico previsto di 27.
Così non solo è concesso sfruttare manodopera a basso costo, ma lo si può fare impunemente in quanto lo Stato non è in grado di vigilare. Intanto la ditta che ha permesso tutto questo è la stessa che ha già messo a rischio la vita di altri lavoratori a Genova, il cui titolare non ha risposto riguardo a quanto accaduto.