Il trattamento destinato all’idratazione dei malati che vengono curati a casa sembra difficile da trovare, anche se basilare
Livorno, 14 febbraio 2023 – Dalla segnalazione della livornese Rebecca Morelli sorge un problema che, a quanto pare, coinvolge tutta Italia: mancano le soluzioni fisiologiche per i malati che vengono curati in casa,a meno di cercarle online.
Nella sua lettera Rebecca parla della madre malata, che avrà bisogno per molti giorni dei sacchetti contenenti la soluzione salina in grado di idratarla per due volte al giorno, il cui costo al dettaglio è di 4,50 euro se e quando disponibili.
Sempre stando alla dichiarazione di Rebecca, anche il servizio infermieristico domiciliare (Adi) pare soffrire di una carenza organica sia in termini di personale che materiale, in quanto non in grado di fornire l’adeguato supporto necessario e costringendola a provvedere a questa necessità per altre vie, tuttavia non percorribili perché le stesse farmacie sarebbero sprovviste della soluzione.
Questa è la lettera di Rebecca:
“Lettera ai servizi sociali territoriali, urp, uffici comunali competenti, RAI e Le Iene.
Perché un conto è affrontare un uragano, un altro sentirsi abbandonati. E me stessa non mi abbandonerà mai : ho interessato i media per i farmaci ospedalieri che non si trovano tramite SSN.
Spendere 9 euro al giorno per 2 bocce di fisiologica da flebo è insostenibile ed ingiusto per qualsiasi malato ma le scorte sono finite in tutta Italia. Si trovano solo a pagamento e quante ne vuoi. Poco collaborativa la farmacia dell’Ospedale di Livorno che accetterebbe una unica prenotazione una sola volta.
Qui abbiamo ancora davanti 26 giorni di flebo da fare minimo. Più alimenti speciali proteici, badanti, infermieri per le flebo nel weekend, accessori richiesti dagli operatori e io sono sfinita, mi sta venendo una ernia iatale a forza di cambiare mamma da sola.
Prima che mia madre si ammalasse ero un dirigente regolarmente contribuente, lavoro che ho dovuto lasciare. La mia famiglia paga fior di tasse da una vita, mamma per gli immobili e babbo commerciante ( deceduto da anni di infarto a 81 anni ).
Non esiste che io mi senta abbandonata.
Serve immediato sostegno.
Più fragili di così si muore.
Rebecca per Anna Maria Dianda.”
A questa lettera si aggiunge il commento social postato successivamente dal Dott. Claudio Marabotti, medico USL e CNR di Pisa, che sulla questione aggiunge il suo punto di vista:
“DOVE SIAMO ARRIVATI
Una signora anziana, con un grado lieve di decadimento cognitivo, si ricovera in ospedale per una patologia acuta.
Come spesso succede il ricovero la disorienta in modo serio, perde il contatto con la realtà, non è più capace di badare a sé stessa, non beve più.
Viene giustamente dimessa il prima possibile con la prescrizione di idratazione per via endovenosa, attivando l’assistenza domiciliare integrata (infermieri che effettuano le infusioni a domicilio).
Tutto bene, tranne che la soluzione fisiologica che serve per l’idratazione (acqua sterile con lo 0.9% di cloruro di Sodio) non si trova nelle farmacie esterne. Ce ne vogliono due flaconi da 500ml al giorno.
E qui inizia il calvario, giro di tutte le farmacie, chi ne ha un flacone, chi due, e poi stop. Non ce ne sono più neanche nei magazzini.
La figlia disperata contatta l’ufficio relazioni con il pubblico dell’ASL, contatta la farmacia ospedaliera che è disponibile a fornirla solo una volta perché è di competenza delle farmacie territoriali.
Sembra paradossale ma una cosa tanto semplice, acqua e sale, non si trova, e l’unica soluzione per non far disidratare la persona è forse riportarla in ospedale, dove il circolo vizioso ricovero-disorientamento riprenderebbe (oltre a correre il rischio di contrarre infezioni da batteri nosocomiali).
Ma c’è una cosa ancora più paradossale: online trovi quanta soluzione fisiologica vuoi, basta pagare.”