È stata la stessa donna a chiamare e chiedere aiuto
Nella nottata appena trascorsa personale dell’UPGSP interveniva in via Buontalenti per la segnalazione di richiesta di aiuto da parte di una donna che lamentava di essere picchiata da qualcuno , interrompendo subito dopo la comunicazione.
La stessa veniva richiamata dal nostro operatore, ma interrompeva nuovamente la comunicazione.
Dal numero chiamante la sala operativa effettuava accertamenti su interventi pregressi, risalendo all’intestataria del numero che risultava essere una signora del 1988 con relativo indirizzo corrispondente appunto a quello dal quale giungevano le richieste di aiuto.
Giunto sul posto il personale di Polizia udiva le grida di aiuto di una donna provenire da un appartamento pertanto riesce ad abbattere la porta di accesso del condominio e nell’atrio trova una donna praticamente nuda scendere di corsa le scale con copiosa perdita di sangue dalla testa, inseguita da un uomo che tenta di afferrarla per i capelli ma che viene immediatamente bloccato dai poliziotti.
La signora viene prontamente soccorsa, messa al sicuro in attesa del personale 118 che, immediatamente allertato, poco dopo la trasporterà al locale nosocomio per le cure mediche del caso e dal quale è stata dimessa con la prognosi di gg. 21.
Per quanto riguarda l’aggressore, trattasi del marito, tunisino del 1994, con precedenti a carico, irregolare sul territorio nazionale ma sposato con italiana, lo stesso veniva condotto presso gli uffici della Questura e fotosegnalat. Inoltre, durante le varie fasi dell’intervento, aggrediva più volte gli operatori di Polizia che sono ricorsi alle cure mediche del Pronto Soccorso con prognosi di 5 giorni per un operatore, mentre l’altro ne otteneva prima 5 e poi 3 giorni in quanto aggredito in due fasi dell’intervento.
Informato il Pubblico Ministero di turno, il cittadino veniva arrestato per maltrattamenti in famiglia, resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale e condotto alla “Sughere” .
Sono in corso ulteriori indagini a cura del locale UPGSP e della locale Squadra Mobile .
Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole l’indagato.
FONTE: QUESTURA DI LIVORNO