Il dato arriva dalla presentazione al Ministero della Salute della guida dei centri di chirurgia “Dove mi curo?” della Rete oncologica pazienti Italia (Ropi)
La Toscana è tra le regioni italiane con i centri che registrano il maggior volume di interventi di chirurgia oncologica. Una primato da top ten condiviso con Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Il dato arriva dalla presentazione al Ministero della Salute della guida dei centri di chirurgia “Dove mi curo?” della Rete oncologica pazienti Italia (Ropi).
“Il posizionamento – sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giani – rafforza il giudizio positivo sulla Toscana e sulla qualità ed impegno sul fronte oncologico che l’ha vista classificarsi nelle settimane scorse al primo posto in Italia per livelli di governance, organizzazione e risultati nell’indagine nazionale di Agenas sullo stato di attuazione delle reti oncologiche regionali”.
Quando si parla di tumori, il volume di attività chirurgia oncologica è uno degli indicatori che la comunità scientifica ritiene tra i più significativi della sicurezza degli esiti dei percorsi di cura e di assistenza. “Il numeri degli interventi oncologici che annualmente vengono eseguiti in un ospedale – annota l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – è a tutti gli effetti una certificazione della qualità dei centri di cura: un dato che, bisogna sottolineare, non dà un’indicazione completa sulla qualità di una struttura ospedaliera ma è sicuramente in grado di fornire un’indicazione al paziente e aiutarlo a scegliere il presidio al quale affidarsi per le cure. E la Toscana, da questo punto di vista, si dimostra sicuramente una regione attrattiva”.
In particolare per la Toscana risaltano nei primi dieci posti della classifica nazionale, dati 2022, le due più grandi realtà sanitarie della regione, ovvero l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi e l’Azienda ospedaliero universitaria Pisana che superano di centinaia di unità la soglia minima di interventi chirurgici oncologici per le principali neoplasie come il tumore alla mammella, il tumore del polmone, il tumore dello stomaco, il tumore del colon e il tumore della prostata.
La mappa dei centri di Ropi è stata elaborata partendo dai dati di Agenas del Programma nazionale esiti e della Quinta indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti oncologiche. Oltre al superamento della soglia di volumi chirurgici giudicati minimi, la classifica tiene in considerazione anche gli ospedali dove è presente un percorso di cura la cui qualità certificato con il “bollino” dell’Organizzazione europea degli istituti di cura contro il cancro.
A livello nazionale il 46% degli ospedali esegue interventi di chirurgia oncologica “sotto soglia”, tuttavia dal 2017 al 2022 questo numero si è ridotto del 16% passando da 5670 strutture a 4747. Si è registrata anche una riduzione degli interventi di chirurgia oncologica negli ospedali a rischio: da 57419 interventi nel 2017 (29% degli interventi totali) a 47230 nel 2022 (23% degli interventi totali).