Eseguite nr. 37 misure cautelari personali alcune delle quali nei confronti di appartenenti e/o indiziati di appartenere alla famiglia mafiorsa dei Tortoriciani
In data 06 febbraio 2024, in Tortorici (ME) e nelle Province di Siracusa, Enna, Rovigo, Catania e
Gorizia, i Carabinieri del ROS e del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, i Finanzieri
del Comando Provinciale e il personale della Squadra Mobile della Questura di Messina, con il
supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, dello Squadrone
Eliportato Carabinieri Cacciatori di Sicilia, del Nucleo Cinofili di Catania, del 12° Nucleo Elicotteri
Carabinieri e della Sezione Aerea di Manovra Guardia di Finanza di Catania, hanno dato esecuzione
ad un’Ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari presso il Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia,
nei confronti di 37 soggetti, appartenenti e/o indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa
“tortoriciana”, poiché indagati, nel rispetto della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza
definitiva, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla
coltivazione/acquisto/detenzione/cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente di
vario tipo, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, truffe aggravate per il conseguimento di
erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazioni di erogazioni
pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
I reati fine (ad eccezione di quelli di falso e malversazione di erogazioni pubbliche) sono aggravati
ai sensi dell’art.416.1 bis c.p. poiché commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo
416 bis c.p. ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso c.d. dei
“tortoriciani”, nella sua articolazione del gruppo dei “Bontempo Scavo” e del gruppo dei
“Batanesi”, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della Provincia di Messina.
Il provvedimento si pone in prosecuzione rispetto agli esiti dall’operazione “NEBRODI” eseguita
nel gennaio 2020 dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina e dai Carabinieri
del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Tutela Agroalimentare su delega della
locale D.D.A. che aveva fatto luce sulla fitta interconnessione di interessi criminali sui fondi
europei e che aveva condotto all’arresto oltre 100 soggetti, per 91 dei quali, in data 31.10.2022, i
Giudici del Tribunale di Patti (ME), ad esito del Processo di I grado, hanno emesso sentenza di
condanna per complessivi 600 anni di reclusione.
Tra qualche settimana inizierà il processo di secondo grado davanti alla Corte d’Appello di
Messina.
In particolare l’odierna attività investigativa, avvalendosi anche delle dichiarazioni rese da 3
collaboratori di giustizia, già appartenenti al gruppo mafioso dei “Batanesi”, ha consentito di
ricostruire, seppur nella preliminare prospettazione accusatoria:
- l’esistenza di un’associazione operante secondo i canoni mafiosi denominata “famiglia
tortoriciana” composta dall’articolazione del gruppo dei “Bontempo Scavo” e del gruppo dei
“Batanesi”, finalizzata – mediante la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo –
alla commissione di una indeterminata serie di delitti, contro il patrimonio, tra cui estorsioni e
truffe aggravate perpetrate a danno dell’Unione Europea e dell’AGEA, nonché al controllo in
modo diretto o indiretto, di attività economico/imprenditoriali; - l’esistenza e l’operatività di un’associazione dedita alla coltivazione, all’acquisto, alla
detenzione, alla cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente, attiva sul
versante tirrenico della Provincia di Messina, tra Tortorici, Sinagra, Capo d’Orlando e Rocca di
Capri Leone, promossa e organizzata da soggetti a vario titolo collegati alla famiglia mafiosa
tortoriciana dei “Bontempo Scavo” e all’articolazione dei c.d. “Batanesi”; - La commissione di numerose truffe ai danni dell’AGEA poste in essere sia da appartenenti al
gruppo dei Batanesi che a quello dei Bontempo Scavo. Tali soggetti hanno orientato la propria
attività verso la percezione con modalità fraudolente di contributi comunitari, garantendosi, in
tal modo, un canale di finanziamento estremamente redditizio; - Fattispecie estorsive in danno di un’impresa calabrese impegnata nei lavori di realizzazione del
metanodotto nel fiume tra i Comuni di Mistretta (ME) e Santo Stefano di Camastra (ME) che
sarebbe stata costretta a consegnare la somma di euro 4.000 in occasione delle festività di Natale
e Pasqua di ogni anno, a partire dall’anno 2015 e sino al 2018, nonché in danno di soggetti
provati al fine di accaparrarsi terreni agricoli da destinare al pascolo;
Nel dettaglio sono state eseguite 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere 2 agli arresti
domiciliari e 14 ordinanze interdittive della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali che
legittimino la presentazione di istanze di contributi comunitari o statali.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali i Finanzieri del Comando
Provinciale e i Carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare hanno eseguito il sequestro
preventivo di nr. 349 titoli AGEA, definiti “tossici” poiché acquisiti fraudolentemente e del
sequestro, anche per equivalente, di somme superiori a 750.000 Euro da prelevare sui conti di 8
società, derivanti dalle truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni riguardanti le campagne
agricole 2015-2020.
Le investigazioni confermano che le frodi comunitarie continuano a rappresentare uno dei principali
mezzi di finanziamento illecito delle organizzazioni mafiose, unitamente a quelli tradizionali (es.
estorsioni o traffico di sostanze stupefacenti), più appetibili perché espongono gli autori a minori
rischi.
Il provvedimento si inserisce in un’ampia manovra di contrasto alla criminalità di tipo mafioso che
l’Arma dei Carabinieri, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la Questura di Messina
stanno conducendo in stretta sinergia nel Distretto di Messina sotto la direzione della locale Procura
della Repubblica.
Si evidenzia che il procedimento pende in fase di indagine preliminare e che gli indagati sono da
considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.
Messina, 06 febbraio 2024