SAPPE: “Siamo alla follia: adesso siamo arrivati al punto che i detenuti sfasciano letteralmente le carceri e aggrediscono Agenti come se fosse un passatempo o perché, come a Pisa, non gradiscono la cella: come se il Don Bosco non fosse un carcere ma un albergo!”
Nel primo pomeriggio del 3 febbraio 2024, nel carcere Don Bosco di Pisa, c’è stato l’ennesimo atto violento contro appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria.
A dare la notizia è Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana del SAPPE: “Nella giornata di ieri pomeriggio si è registrato l’ennesimo episodio di violenza negli Istituti del Distretto Toscana/Umbria. Questa volta a subìre i danni peggiori è stato il personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Pisa. Un detenuto maghrebino, trasferito da altri Istituti per motivi di sicurezza e già noto per i suoi comportamenti aggressivi, rientrato da una visita ospedaliera veniva ristretto nel reparto CDT in cella singola. L’uomo, però, non gradiva la cella (!) ed ha iniziato a spaccare ogni cosa. Solo grazie all’intervento del personale si è riusciti a bloccare il ristretto. Purtroppo, due agenti di Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti”.
“Ormai è palese il fallimento dell’amministrazione penitenziaria, che con scelte inappropriate, sta mettendo a dura prova il lavoro dei poliziotti penitenziari”, denuncia il sindacalista. “Sono continue le assegnazioni da tutta Italia di soggetti problematici e poco inclini al rispetto delle regole. Da parte dell’amministrazione centrale c’è una palese disattenzione alle problematiche di questo Distretto in ordine alla fatiscenza degli Istituti e le gravi carenze di organico. Il personale del carcere pisano Don Bosco ormai da tempo ha perso la serenità lavorativa e nonostante le molteplici segnalazioni si continua ad assegnare detenuti problematici e psichiatrici che rendono impossibile espletare un turno lavorativo senza che vi sia un evento critico. Non sono più differibili interventi risolutivi ed è indispensabile un allontanamento dalla struttura pisana di tutti i ristretti che stanno destabilizzando l’Istituto”.
“Siamo alla follia: adesso siamo arrivati al punto che i detenuti sfasciano letteralmente le carceri e aggrediscono Agenti come se fosse un passatempo o perché, come a Pisa, non gradiscono la cella: come se il Don Bosco non fosse un carcere ma un albergo!”. Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, solidarizza con i colleghi feriti e con il Reparto di Polizia in servizio a Pisa mette sotto accusa tutti coloro che tendono sempre a sminuire i gravi fatti che accadono nelle carceri: “Per loro, nelle carceri italiane non succede mai nulla, sarebbero tutte “ragazzate”. Non vedono le risse, i ferimenti e le colluttazioni in cui spessissimo a subire è il personale di Polizia Penitenziaria. Difendono Caino a scapito di Abele”. “Ignorano o fingono di ignorare”, conclude “il duro e difficile lavoro del poliziotto penitenziario, svolto da donne e uomini che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto”.