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Feci di cane non raccolte, prime multe grazie al test del Dna

Redazione by Redazione
1 Febbraio 2024
in CRONACA, ITALIA
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Feci di cane non raccolte, prime multe grazie al test del Dna
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Si tratta del primo esperimento sul territorio nazionale, che potrebbe allargarsi a causa della pessima usanza di non raccogliere le deiezioni dei propri animali

Il tema è ormai più che noto: in moltissimi amano avere con sé uno o più cani, ma alcuni sembrano non volerne sapere di rispettare le più semplici norme che i compagni animali comportano; la più ovvia conseguenza di questo comportamento è la classica “cacca sul marciapiede”.

Calpestare inavvertitamente le deiezioni degli altrui animali potrà pur portare fortuna, come popolarmente si sostiene, ma induce anche un discreto nervosismo, per non parlare della sporcizia che questa disattenzione (o pura inciviltà) provoca; per questo motivo in un comune piemontese, Carmagnola, si è deciso di sperimentare un sistema per dare un segnale inequivocabile a tutti i padroni del luogo.

Attraverso la collaborazione di Comune, Ufficio Ambiente, Giacche Verdi e l’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte è stato messo in pratica un progetto che ha incontrato molto scetticismo, ma che negli ultimi giorni ha trovato un riscontro pratico: poter finalmente risalire ai padroni dei cani la cui deiezione non è stata raccolta grazie al test del Dna.

La prima fase prevista è stata il censimento della popolazione di cani con profilazione del Dna attraverso la saliva, naturalmente schedando l’animale col relativo padrone; la seconda fase invece nasce dalle segnalazioni dei cittadini o dal passaggio degli ispettori ambientali e guardie convenzionate, dotati adesso della possibilità di raccogliere campioni da poter analizzare per poter infine risalire al padrone “distratto”.

Entrambe le procedure sono state studiate sulla base delle norme vigenti: il censimento dei cani è in linea con l’articolo 29 del regolamento comunale sulla tutela del benessere animale, la cui violazione (ovvero non presentare il proprio animale per la profilazione) comporta una sanzione di 100 euro, più altri 150 euro per ogni ulteriore violazione accertata. Per quanto riguarda l’essere “sorpresi” dal test del Dna, la sanzione può corrispondere da 50 a 500 euro per violazione dell’articolo 33.

Il progetto è nato in base alle nuove esigenze derivanti non solo dall’aumento del numero di possessori di cani,ma anche dal travolgente numero di segnalazioni alle quali è stato finora praticamente impossibile dare seguito, e, come sottolineato in una nota del Comune di Carmagnola, pensato per favorire una serena convivenza urbana attraverso norme chiare e condivise.

Così ha commentato l’assessore piemontese Massimiliano Pampaloni: “Il Comune di Carmagnola ha trasformato in realtà un progetto ambizioso sconfiggendo gli scettici e arrivando, dopo anni di lavoro, al risultato di sanzionare i maleducati. Possiamo affermare che, dopo un periodo dedicato alla prevenzione, stiamo ora passando alla fase di repressione del problema attraverso l’applicazione di sanzioni effettive, non solo ai responsabili della mancata raccolta delle deiezioni, ma anche a coloro che non hanno provveduto a depositare il campione di saliva del proprio animale. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato, in particolare l’Amministrazione Comunale, l’Ufficio Ambiente, le Guardie dell’associazione Giacche Verdi e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte”

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Tags: cacche di canedeiezionidnafeciistituto di zooprofilassi sperimentaleItaliamultapiemonteprofilazionesanzionetest dna
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