Il mondo della tassazione italiana è una vera giungla, e ogni giorno le paghiamo senza neanche accorgercene
La legge italiana è tra le più complicate e burocraticamente appesantite al mondo; negli anni è stato reso difficile, a tratti quasi ridicolo, cercare di comprendere e interpretare alcune norme e cavilli.
Lo stesso vale per la fitta selva legislativa che riguarda la galassia di tasse e imposte che si sono venute a creare negli anni: è giusto sottolineare che le tasse consentono al sistema Paese di poter funzionare correttamente e di poter erogare i servizi essenziali (sanità, sicurezza, rete energetica e quant’altro), ma il sistema italiano nello specifico sembra aver creato una vera e prorpia trappola per imporsi sui cittadini.
Per approfondire la questione parleremo di Francesco, personaggio di fantasia.
Francesco lavora come dipendente, e ogni mese riceve la sua meritata busta paga; andando a leggere e “decifrare” tutte le voci riportate in dettaglio sulla busta, Francesco scopre che il suo salario corrisponderebbe quasi al doppio, non fosse per le varie detrazioni che il suo datore di lavoro trattiene per poi versarle allo stato in qualità di tasse, in questo caso l’IRPEF.
Dopo aver già tassato il reddito imponibile di Francesco, però, lo Stato decide di imporre un’ulteriore tassa sotto forma di bollo sul conto corrente.
Francesco poi va a fare rifornimento per la sua auto, sapendo che su ogni goccia di carburante gravano accise e imposte; di queste alcune rasentano l’anacronistico, essendo state stabilite più di 40 anni fa, e per giunta deve sostenere il costo del bollo auto.
Con l’auto rifornita e il portafoglio più leggero Francesco va a fare la spesa per sé e la sua famiglia; su ogni singolo prodotto che compra sa bene che pagherà l’IVA, variabile a seconda della tipologia di bene ma comunque soggetta alle flessioni del mercato. Consapevole di questo sta anche attento ai brand che sceglie e ai pesi effettivi, per evitare di cadere nella trappola della shrinkflation, vale a dire “stessa confezione, minor quantità”.
Dopo anni di duro lavoro Francesco decide infine di acquistare una casa: per anni è stato in affitto, il cui canone era comunque tassato, e procede attraverso tutti procedimenti previsti per legge per poter comprare un appartamento di proprietà.
Per fare questo, oltre al pagamento della nuova proprietà, dovrà versare ulteriori contributi tra cui quelli destinati a coprire le varie spese destinate agli impiegati che si occuperanno della sua pratica. Infine, una volta terminato questo iter, si troverà a dover pagare l’IMU per il solo fatto di essere proprietario di una casa.
I servizi derivanti dal possedere un immobile hanno un ulteriore costo aggiuntivo: la TARI, ad esempio, la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Francesco, come milioni di altri, vorrà una TV nella sua casa, e per questo gli viene richiesto il pagamento del canone RAI; far pagare questo canone sarebbe stato incostituzionale se non proposto nella forma attuale, tuttavia si è rivelato tra i più evasi. Per questo il governo Renzi ha ritenuto necessario accorpare questa imposta alla bolletta della luce.
Infine Francesco raggiunge l’inevitabile termine vita, e tra il dispiacere e le lacrime si apre il suo testamento; lo Stato interviene anche stavolta con l’imposta sulle successioni.