Si ipotizza l’apologia di reato per tutti coloro che lodano l’operato del nuovo fenomeno italiano
L’onda vendicativa di “Fleximan” non si è arrestata, anzi, sembra aver trovato nuovi proseliti, costringendo le amministrazioni locali a porre un freno al fenomeno ormai dilagante.
Due cose vanno immediatamente chiarite: in primo luogo, la distruzione di un bene pubblico va a pesare sui bilanci comunali, ergo sulle tasche dei contribuenti; la seconda è che l’Italia è prima in Europa per numero di autovelox.
Sapendo questo, è bene ricordare che nel 2022, dati alla mano, 3159 persone sono morte e 223.475 altre sono rimaste ferite a causa di alta velocità, manovre indiscrete o uso di sostanze durante la guida.
Detto questo, le azioni che si stanno verificando soprattutto in nord Italia sembrano finalizzate a una sorta di rivalsa, cittadino contro Stato; l’Italia primeggia tristemente con il maggior numero di autovelox sul territorio, e vien da domandarsi: sono loro che battono cassa, o siamo noi indisciplinati?
Nel frattempo l’esecutivo alza le mani e dichiara apologia inneggiare a chi taglia i pali, correndo ai ripari contro tale misfatto.