La storia del vendicatore degli autovelox è ormai virale e ha superato i confini del Veneto
Quella di Fleximan sta diventando una saga che, se da una parte crea non pochi grattacapi ad amministrazioni e forze dell’ordine, dall’altra sta regalando un diffuso divertimento al popolo del web e, soprattutto, a quello dei guidatori.
Il “vendicatore veneto” ha infatti collezionato la sua undicesima vittima, anche se si ritiene molto probabile che questo, come alcuni altri, sia un gesto di emulazione dell’originale Fleximan veneto, visto che l’ultimo caso si è verificato in Lombardia.
Insomma, a partire da quella prima vendetta, probabilmente scaturita dall’ira di un automobilista infuriato contro un impianto “particolarmente attivo”, Fleximan ha collezionato ben 8 vittime nell’area di Rovigo, per poi allargare alle regioni limitrofe la propria attività; addirittura l’ultimo palo distrutto, quello rinvenuto nel Cremonese, era appena stato installato e non ancora messo in funzione, aumentando i sospetti di un gesto di emulazione in quanto l’impianto non poteva certo aver fatto già adirare qualcuno.
Anche si se trattasse di più persone, il modus operandi è sempre lo stesso: nottetempo e con l’uso di un flessibile, il palo di sostegno dell’autovelox viene segato alla base senza toccare i cavi elettrici, lasciando l’impianto funzionante ma divelto, quindi inutilizzabile.
Il web si sta già scatenando in fiumi di commenti di approvazione, tra lodi sperticate e chi propone la creazione di un monumento in onore di questo ignoto vandalo vendicatore, mentre dall’altra le amministrazioni lavorano alacremente per dare un volto e una punizione esemplare a chiunque si renda reo di questa condotta: secondo il penalista Francesco Centonze, stando alla dichiarazione rilasciata al Corriere del Veneto, Fleximan non rischierebbe solo una sanzione amministrativa ma pure l’accusa per danneggiamento, che potrebbe costargli fino a tre anni di carcere.
Nel frattempo l’emulazione si è allargata su più fronti: è di qualche giorno fa la notizia della sparizione nottetempo di un dosso limitatore lungo una strada di Giavone di Veronella, sempre nel Veneto; già si parla di “Dossoman”.