I primi dati parlano chiaro: i pensionati sono più numerosi dei lavoratori
La questione stava venendo attenzionata ormai da alcuni anni, e ora il dato sembra aver raggiunto l’ufficialità: in Italia ci sono più pensionati che lavoratori, e questo non può che comportare gravi conseguenze sul medio e lungo termine.
Ad ufficializzare questo record negativo è l’agenzia di rating Moody’s, che da tempo tiene sotto sorveglianza l’andamento economico del nostro Paese: l’ultimo studio ufficiale risale a fine novembre scorso, mentre il prossimo è previsto per metà marzo, ma il numero emerso è più che evidente. Le unità di pensionati hanno appena superato la quantità di occupati la cui produttività mantiene il welfare.
Le prospettive sui prossimi anni
Secondo gli studi macroeconomici questa situazione è destinata a peggiorare, visto che la platea dei cosiddetti “baby boomer”, attualmente la più numerosa in Italia, è destinata ad entrare nell’età del pensionamento entro i prossimi 10-25 anni e non verrà sostituita da altrettanta forza lavoro.
Se già il sistema non riuscirà ad essere retto dai nuovi lavoratori, si aggiunge anche l’innalzamento dell’età media individuale che protrarrà verosimilmente per una media di 40 anni la problematica di un welfare non più sostenibile.
Come conseguenza, il peso contributivo sul minor numero di forza lavoro è destinato a salire vertiginosamente, e questo impatterà inevitabilmente e negativamente sulle nuove generazioni.
A proposito delle nuove generazioni, i nati dagli anni ‘85 in poi (Millenial, Gen Z) sono tra i primi dal dopoguerra a non avere condizioni migliori di chi li ha preceduti, concausa dell’attuale inverno demografico che è parte integrante della drammatica spirale verso il basso verso cui il sistema pensionistico italiano si sta dirigendo.
Oltre quindi ad un prossimo futuro di instabilità del sistema welfare, ci sarà da fare i conti con l’impossibilità di garantire lo stesso trattamento per i giovani di oggi, cui spetterà decidere se rivolgersi ad integrazioni private o addirittura lasciare l’Italia in cerca di migliori condizioni.
L’altra possibile soluzione sarebbe quella di fare più figli, ipotesi che verrà resa ancor più difficile da prendere in considerazione se il peso contributivo sui lavoratori verrà aumentato in assenza di politiche diverse da quelle attuali.