L’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini fa chiarezza sul personale del sistema sanitario
L’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini fa chiarezza sul personale del sistema sanitario, dopo alcuni articoli usciti sulla stampa regionale.
“Non esistono nuove misure – spiega – La Regione Toscana sta proseguendo un percorso pluriennale, avviato già da due anni, per rispettare i vincoli che derivano da norme nazionali con l’obiettivo di salvaguardare i servizi per i cittadini e al contempo garantire un’adeguata distribuzione del personale in relazione alle necessità delle aziende, ai bisogni socio-sanitari dei pazienti e del territorio e allo sostenibilità del sistema”.
Le aziende sanitarie ed ospedaliere stanno lavorando ai piani di fabbisogno per il triennio 2024- 2026. “Saranno discussi e approvati dalla giunta regionale nelle prossime settimane – chiarisce Bezzini – Sono previsti da una normativa nazionale, sono uno degli atti fondamentali di programmazione e costituiscono un elemento per l’efficacia delle politiche assunzionali, dirette ad assicurare la qualità del servizio sanitario rispettando i vincoli di bilancio e del tetto di spesa del personale definiti da legge dello Stato”.
I piani dovranno tenere conto di alcuni criteri, come l’allineamento ai parametri nazionali, l’applicazione di una metodologia dei fabbisogni nell’impiego delle risorse umane, la garanzia della qualità dei servizi e il rispetto dei contenuti degli accordi stretti con le organizzazioni sindacali in materia di stabilizzazione e mobilità.
Per il 2024 è atteso che i piani possano produrre una riduzione di circa 200-250 unità nella dotazione complessiva del personale, pari allo 0,4 per cento.
Ciò significa che il turn over sarà garantito nella grande maggioranza delle situazioni, con un’attenzione particolare alla salvaguardia di medici e professioni sanitarie per assicurare quantità e qualità dei servizi sanitari erogati ai cittadini. E’ quello che è già stato fatto nel 2023, trant’è che al 30 novembre risultavano in servizio 8874 medici a tempo indeterminato, ossia 73 medici in più rispetto al 31 dicembre 2022, e 21.653 infermieri a tempo indeterminato, ovvero 66 infermieri in più rispetto all’anno prima. “Ciò significa che per questi segmenti professionali, nello scorso anno, è stato garantito oltre il 100 per cento del turn over” commenta Bezzini.
La Toscana è una delle regioni italiane che ha più dipendenti pubblici impiegati nel sistema sanitario, con 57.199 unità attive ad oggi, ed ha il rapporto più alto di medici e infermieri ogni mille abitanti: 2,4 e 6,2 rispetto ad un media italiana di 1,8 e 4,8. Il 95 per cento degli operatori è assunto a tempo indeterminato: 54.400 su 57.199. “Un dato coerente con un sistema sanitario pubblico e indicativo della promozione della stabilità delle condizioni di lavoro che la Regione Toscana intende assicurare al personale del sistema sanitario – rileva Bezzini -: personale che fino ad oggi ha contribuito al raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza più alti d’Italia, come attestano le rilevazioni del Ministero della salute”.
La gestione della pandemia ha reso necessaria una campagna di assunzione straordinaria che, per la Toscana, si è tradotta in un significativo incremento di dipendenti dal 2020 ai 2021. “L’aumento si è tradotto in cinquemila unità in più a tempo indeterminato – precisa l’assessore – ed ha permesso alla sanità Toscana di essere ai vertici nazionali per efficacia di gestione della pandemia e di esecuzione della campagna vaccinale di massa e obbligatoria. Questi elementi hanno tuttavia determinato anche un forte aumento dei costi e della rigidità dei fattori di natura organizzativa che si sono proiettati negli anni successivi.”
L’assessore spiega come il percorso avviato in Toscana con i piani di fabbisogno si collochi in un quadro di norme e vincoli nazionali, che la Regione non ha mai mancato di sottolineare quanto siano penalizzanti per i sistemi sanitari a forte impronta pubblica come quello toscano. “Di conseguenza la richiesta di maggiori risorse per il Fondo sanitario nazionale e l’eliminazione o rimodulazione dei tetti alla spesa del personale diventa una condizione di sistema necessaria” conclude.