Appuntamento per l’inaugurazione della mostra alla presenza del Maestro sabato 13 gennaio alle ore 17.30 presso Extra Factory
Una nuova mostra d’Autore tutta in analogico con la fotografia «vecchia scuola» del Maestro Cesare Di Liborio che da Parma giungerà a Livorno presentando una Mostra con stampe dei suoi recenti lavori in analogico ed interventi creativi in fase di sviluppo. Aliens (con scatti all’Acquario di Livorno), Wonder Women, Wandering Souls i progetti che potremo ammirare nello spazio espositivo di Extra Factory.
Appuntamento dunque per l’inaugurazione della mostra alla presenza del Maestro, sabato 13 gennaio alle ore 17.30 presso l’Associazione Culturale Extra Factory in via della Pina d’Oro, 2 (ingresso da Piazza della Repubblica).
Tutto il percorso professionale fotografico di Di Liborio è stato improntato su due temi a lui cari: il limite e la natura. Limite inteso come “passaggio”, tra il reale e l’irreale, tra il conosciuto e lo sconosciuto, o se si preferisce tra la vita e la morte.
La natura, per l’amore che nutre per essa. Negli ultimi quattro anni ha iniziato ad affrontare un percorso autoriale indirizzato su progetti in opera unica. Ha iniziato ad utilizzare tecniche diverse, anche combinandole fra loro. In alcuni progetti aggiunge materiali come oro, fiori, tessuti ed altro che rendono l’opera unica in quanto nella realizzazione, una parte del risultato è dettato dalla casualità del procedimento.
Ha esposto in personali e collettive sia in Italia sia all’estero. Ha pubblicato numerosi libri sulla sua ricerca fotografica contenenti testi di Jacques Le Goff, C.H. Favrod, Italo Zannier, Michèle Moutashar, Xavier Canonne, Antonella Anedda, Robert Pujade, Paolo Barbaro, Massimo Mussini, Daniele De Luigi, Elena Alfonsi e altri ancora.
Le sue fotografie sono presenti nelle collezioni di: Bibliotheque Nationale de France, Musée Reattu, Arles, Musée de la Photographie, Charleroi, Archivio Italo Zannier, Venezia, Maison Européenne de la Photographie, Parigi, Victoria & Albert Museum, Londra, J. Paul Getty Museum, Los Angeles, Fondazione Giulia Maramotti, Reggio Emilia, Detuschen Centrum für Photographie, Kunstbibliothek, Berlino, CSAC Centro Studi Archivio della Comunicazione, Parma e diverse altre.
Claudia Cavatorta, critica e curatrice scrive su di lui:
[…] «Maestro riconosciuto della stampa argentica in bianco e nero, Di Liborio decide di sperimentare materiali, processi e strumenti, orientandosi oggi alla produzione di opere uniche, oggetti che si collocano oltre la fotografia tradizionalmente intesa. E’ nello specifico la tecnica del mordançage ad attrarre l’Autore, che decide di inventarne una personale declinazione introducendo varianti chimiche, fisiche e formali.
Alcune riprese in pellicola bianco e nero di meduse all’interno di un acquario, con le loro forme fluttuanti e misteriose, innescano un processo ideativo e immaginativo di grande potenza, ispirando un progetto strutturato. Il lavoro procede come in un dialogo tra le forme, che sembrano agire come le macchie di Rorschach, come strumento proiettivo che guida l’autore verso formazioni che emergono dall’interno e producono continue metamorfosi[…].
Nelle intenzioni dell’Autore, queste opere costruite a partire da fotografie di corpi traslucidi che vivono nella trasparenza, organismi antichi che ci appaiono come fantasmi trasportati in un complesso gioco di rimandi e citazioni, si offrono oggi allo spettatore come schermi/ specchi nei quali ognuno è invitato a proiettare e scoprire percorsi, interpretazioni, suggestioni, riflessioni».
Le opere sono uniche stampate dall’autore su carta baritata ai Sali d’argento, trattate con la tecnica del mordançage, chimigrammi e virate al selenio.