I lavori sono in corso nell’area dell’ex fornace Canaccini, lungo via di Collinaia. Comitati e commercianti hanno sollevato la protesta
Livorno, 17 dicembre 2023 – Già da inizio dicembre i Comitati di Lotta Ambiente, Salute, Lavoro avevano sollevato la questione con uno striscione con su scritto “L’ennesimo centro commerciale, per voi questa città è solo da spolpare”, eppure un vero tavolo di discussione sul tema non si è mai aperto.
La protesta ha radici molto profonde nel tempo e nelle motivazioni, che si possono riassumere nei seguenti punti:
Le ragioni economico-sociali
Come riferito in un comunicato dai Comitati, primi promotori della protesta, ogni nuova apertura di grandi poli commerciali costituirebbe una minaccia reale per la microeconomia, negozi di quartiere in primis, di cui si parla come “salvaguardia del tessuto sociale”. In questo senso gli effetti si sono già visti durante gli anni di aperture selvagge: il dato sui piccoli negozi, analizzato di anno in anno, rende molto chiaro il quadro del numero vertiginoso di chiusure e fallimenti delle realtà di quartiere, a tutto favore della macroeconomia.
Gli stessi commercianti, i quali hanno naturalmente tutto l’interesse a restare aperti e con bilanci in salute, esprimono parole amare riguardo all’apparizione ormai costante ed inesorabile di grandi agglomerati commerciali che, a loro dire, avrebbe già raggiunto livelli di soffocamento dell’economia cittadina.
Inoltre la protesta riguarderebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro: Comitati e piccoli commercianti sono concordi nell’affermare che questo può essere vero solo nel breve termine, ma nei fatti andrebbe generare qualche centinaio di nuovi salari a fronte della perdita di altrettanti posti già esistenti, se non persino in numero maggiore. Il tutto in un contesto cittadino di decrescita di popolazione.
Il tema ambientale
I Comitati parlano anche dell’area destinata al nuovo polo: per quanto questa sia già cementificata ed attualmente in disuso, la costituzione di un nuovo centro commerciale andrebbe ad innestarsi in un’area in cui la presenza dei colossi della grande distribuzione è già forte. Il nuovo centro andrebbe infatti a sorgere a poche centinaia di metri dal Parco Levante e da Grotta delle Fate.
Un agglomerato commerciale di queste proporzioni avrebbe quindi le potenzialità per determinare un incremento di traffico notevole, visto che trattandosi di un’area periferica inevitabilmente i cittadini dovrebbero preferire il proprio veicolo per recarsi sul posto.
L’impatto ambientale non sarebbe dovuto soltanto all’incremento del traffico veicolare: in un’epoca in cui si rende necessario ripensare i modelli di sviluppo e consumo, affermano ancora i Comitati, dovremmo sostenere le piccole attività i cui sprechi e produzione d’immondizia sono notevolmente ridotti rispetto alla grande distribuzione.
Le modalità di lavoro e il ritorno economico
Non da ultimo c’è da considerare anche quello che l’impatto per l’economia cittadina: se è pur vero che un nuovo centro commerciale può generare nuovi posti di lavoro, bisogna guardare alla situazione in generale.
Moltissimi dei contratti sottoscritti dalla Gdo sarebbero infatti a tempo determinato o in somministrazione, spesso rientrano negli ormai famigerati CCNL emanati da ditte appaltatrici a cui la grande distribuzione fa appoggio quasi costante, e, in assenza di una legge sul salario minimo, il rischio sarebbe quello di avere molti lavoratori la cui capacità reale d’acquisto non genera un vero ritorno per l’economia cittadina.
Tutto considerando che gli introiti destinati alle grandi catene sono a tutto vantaggio di pochi dirigenti, conclude il comunicato dei Comitati, proventi non destinati a tornare nel circolo economico livornese.