L’evoluzione del mondo del lavoro porta i suoi primi spiragli sul territorio nazionale: vediamo nel dettaglio di cosa si tratta
Quattro giorni lavorativi a settimana – di questa proposta si discute ormai da qualche anno, soprattutto a seguito del grande ridimensionamento socio-culturale determinato dalla pandemia; le persone non vogliono più sentirsi come semplici ingranaggi di un sistema, vogliono piuttosto conquistare il proprio tempo e conciliare il lavoro con la sfera privata.
Da questa premessa nasce la proposta, divenuta quasi universalmente un’esigenza da parte del mondo dei lavoratori e delle lavoratrici, di ridurre l’impatto orario del lavoro sulla vita di chi ne è coinvolto. In questo senso l’Italia ha trovato vasto consenso in alcuni settori imprenditoriali così come un netto ostracismo da parte di chi ritiene la proposta “irresponsabile e gravemente dannosa per l’economia”; iniziamo parlando della proposta avanzata da Luxottica.
Luxottica: al via la sperimentazione della settimana corta
In breve: la sperimentazione coinvolgerà inizialmente alcuni specifici reparti e sarà su adesione volontaria, sulla base di un accordo contrattuale firmato insieme alle sigle sindacali Filctem, Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. Il contratto integrativo coinvolgerà 15mila lavoratori degli stabilimenti di Agordo, Sedico, Cencenighe Agordino, Pederobba, Lauriano e Rovereto.
L’accordo prevede due possibilità: 1) la copertura dei giorni di permesso verrà detratta dal monte orario previsto dei lavoratori nella misura di 5 giorni, con altri 15 a carico dell’azienda e pienamente retribuiti con ulteriore copertura da parte di un fondo appositamente istituito per sostenere i costi; 2) i lavoratori possono scegliere di rinunciare a 7 giorni di permessi, in questo caso l’azienda coprirebbe i 13 giorni restanti senza dover accedere ad alcun fondo welfare. In entrambi i casi il salario rimarrebbe del tutto invariato.
A questa proposta si aggiungerebbe inoltre l’assunzione a tempo indeterminato di circa 1500 lavoratori in somministrazione.
“In un’epoca di grandi trasformazioni economiche e sociali emerge l’urgenza di ridisegnare nuovi modelli organizzativi delle aziende per guidare il cambiamento verso percorsi che riconoscano e premino le professionalità e le eccellenze del nostro Paese” ha dichiarato Francesco Milleri, Presidente e AD di EssilorLuxottica, intervistato da Il Sole 24 Ore.
Le critiche, tra sostenibilità e impatto sociale
Se da una parte il modello sociale proposto attraverso questa sperimentazione verrebbe incontro alle nuove esigenze individuali, dall’altra potrebbe agitare quelle platee di lavoratori che molto difficilmente vedrebbero realizzato lo stesso progetto: parliamo di tutte le filiere della grande distribuzione e del commercio in generale, comprese le attività di logistica, e della ristorazione.
Non solo: tra i grandi imprenditori e nella politica si continua a ripetere che ciò che manca al Paese per essere competitivo è la produttività, perciò diminuire i giorni lavorativi a parità di salario sarebbe come una scommessa persa in partenza. Non si considerano però gli esperimenti già svolti in Europa che hanno dimostrato come la produttività non solo non ne risenta, ma che anzi ne guadagni, così come ne guadagna il benessere sociale generale.