Intervista esclusiva dopo l’espulsione dal PD livornese
Gli ultimi giorni della cronaca politica livornese sono stati monopolizzati dall’espulsione dal Partito Democratico di Livorno di Pasquale Lamberti, figlio dell’ex Sindaco di Livorno Gianfranco Lamberti. Noi siamo andati ad intervistarlo per sentire la sua opinione sull’accaduto.
Alla luce di quanto affermato dal segretario comunale del Partito Democratico di Livorno Federico Mirabelli ti sei mai sentito un “corpo estraneo” all’interno del PD?
“A un certo punto, mi sono trovato completamente e fieramente distante da questo bruttissimo e orrido gruppo dirigente del Partito Democratico. Il capo del PD, Mirabelli, oggi onora il compleanno di Collodi. Tuttavia, onorando il compleanno di Collodi e, di conseguenza, la sua opera “Pinocchio”, afferma una serie di bugie grossolane riguardo alla vicenda che mi coinvolge. Si è sempre confrontato con me su tutte le scelte che ha fatto. Personalmente, non mi sarei mai presentato, quindi divento un corpo estraneo. Utilizzare il termine “cafone” può sembrare eccessivo, ma non è un problema. Voglio dire che non è Togliatti o Berlinguer e quindi esprime le sue opinioni come crede opportuno. Ha pronunciato una serie di bugie grossolane, le quali sono smentite da una serie di eventi documentati. La notizia di ieri riguarda le dimissioni di altri due dirigenti del Partito Democratico. Questi dirigenti erano stati nominati da me nella direzione comunale, che è l’organo massimo cittadino del Partito Democratico. Questa nomina è stata effettuata in quanto rappresentavo la quota minoritaria, avendo guidato la minoranza eletta democraticamente in un congresso, ottenendo il 14% dei voti degli elettori. Di fatto, la minoranza del Partito Democratico è stata epurata. Sono stato espulso, l’unica espulsione in ottant’anni, per un presunto reato d’opinione. Ho anche ricevuto telefonate da 30 iscritti che non rinnoveranno la tessera a causa di quanto accaduto, e un membro dell’assemblea comunale cittadina ha restituito la tessera. Mirabelli ha svolto un lavoro politico discreto.”
Il video completo dell’intervista:
Dopo i fatti accaduti ti senti ancora attratto dall'”arena” politica cittadina o ti vorresti prendere periodo sabbatico?
“Mi sono iscritto al partito con l’intenzione di promuovere la democrazia interna. In altre parole, volevo rappresentare quell’individuo che si univa al Partito Comunista all’età di 17 anni, pensando che fosse la sua casa, ma evidentemente non è più la stessa. Ho cercato di promuovere un po’ di democrazia interna, portando un’opinione diversa in un partito che è attualmente al governo di questa città, almeno fino a giugno. Un partito funziona quando ci sono sia una maggioranza che una minoranza, chi governa e chi esprime un potere diverso, il quale funge da contrappeso. Un partito che funziona bene include entrambi questi elementi, altrimenti diventa una sorta di caserma o un altro partito che non può essere definito un partito di sinistra. Espellere qualcuno per il solo fatto di esprimere la propria opinione è assurdo. Ci sono 22 iscritti che hanno segnalato un altro iscritto per l’opinione che ha espresso. La commissione di garanzia, che dovrebbe essere un organo imparziale. Io stesso ho partecipato insieme all’avvocato Batini, che desidero ringraziare pubblicamente, cercando di spiegare che il diritto di opinione e di espressione è sancito dalla Costituzione. Tuttavia, il presidente ha sostenuto che nel partito le cose funzionano in modo diverso. Ho capito che non si trattava più di un partito di sinistra perché, quando ti viene detto che i diritti costituzionali funzionano in modo diverso all’interno del partito, quando si è condannati per opinioni diverse, allora è tutto finito. Quando mi sono iscritto, avevo l’obiettivo di combattere un partito diviso in fazioni e dominato da leader autoritari. Tra quei 22 iscritti ci sono tutti quei leader autoritari degli ultimi vent’anni.”
Se un domani cambiasse qualcosa all’interno del PD sarebbe auspicabile un tuo rientro?
“No, lungi da me. È un partito irrecuperabile. Un partito che compie azioni così orribili dal punto di vista della democrazia. Il problema principale di questa città è proprio questo sistema. Oggi leggo le dichiarazioni del leader del partito che governa questa città, il quale racconta bugie, sostenute da uno che ricopre la carica di primo cittadino. Questa persona ha un’idea distorta del confronto, del dissenso e del ruolo istituzionale. Ogni volta che esce dal palazzo comunale e viene contestato, cosa normale, affronta le critiche in maniera molto arrogante, un comportamento che non si addice a un Sindaco. Continuare a lasciare il controllo della città a queste due figure è, a mio parere, una cosa pericolosa. Gestire il dissenso interno in questo modo è brutto e riprovevole. Quello che non mi auguro, sinceramente, avendo sempre lavorato per il bene della città, come ho fatto finché sono stato nel Partito Democratico, è che continuerò sempre a servire la città, perché non possiamo permetterci altri 5 anni con questi individui.”
Come abbiamo anche dichiarato alla conclusione della video-intervista (pubblicata in precedenza), siamo disponibili a sentire tutte le parti coinvolte per permettere loro di rispondere alle dichiarazioni rilasciate.