Giani e Bezzini: “La Toscana ha fatto scuola in questi anni. Vogliamo far emergere il fenomeno”
C’erano medici, infermieri, ostetrici, psicologi, assistenti sociali ed altri professionisti della sanità toscana nell’auditorium di Santa Apollonia a Firenze per confrontarsi sul codice rosa, ovvero quello speciale percorso di accesso al pronto soccorso dedicato alle vittime di violenze ed abusi, in particolare donne e bambini, esteso più di recente anche alle vittime di crimini d’odio.
“Il Codice Rosa – commenta il presidente della Regione, Eugenio Giani – ha fatto scuola a livello nazionale: un esempio tra i tanti della capacità di lavorare in squadra e condividere le migliori esperienze”.
Nell’ultimo anno nuove attività si sono concentrate sul fronte dei crimini d’odio.
“Come per la violenza di genere – sottolineano il presidente della Toscana Giani e l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – vogliamo infatti che anche questo fenomeno possa emergere e per questo riteniamo necessario rafforzare il percorso già previsto nel nostro servizio sanitario”. “Abbiamo avviato – prosegue Bezzini – un lavoro di confronto con gli altri settori regionali per mettere in rete tutte le realtà pubbliche e private che si occupano di riconoscere, accogliere e sostenere le persone vittime di discriminazioni. Abbiamo realizzato anche un corso di formazione rivolto alle operatrici e operatori della rete, partendo da assistenti sociali e psicologi e che proseguiremo con altre edizioni dedicate al personale del pronto soccorso”.
Il Codice rosa nasce nel 2010 nella Asl di Grosseto: un’esperienza pilota poi diventata rete. Un progetto che coinvolge professionalità e discipline anche non sanitarie. Infatti oggi a Firenze c’era pure Margherita Cassano, attuale presidente della Corte di Cassazione, magistrata – per una lectio magistralis ed una riflessione sul codice rosa e il codice rosso, ovvero la legge nazionale sulla violenza di genere approvata nel 2019, tra luci ed ombre – e c’erano professori universitari, per parlare del master sul codice rosa, ed esperti di protezione dei dati. L’impatto della riforma Cartabia (e quindi del nuovo processo penale) sul codice rosa è stato al centro delle riflessioni della mattina.
E’ stata l’occasione anche per tirare le somme sui numeri del 2022, che si è chiuso con 1918 segnalazioni di maltrattamenti (305 quelli che riguardano, tra questi, i minori), 218 denunce di abusi e 2138 episodi di stalking, tra cui a minori rispettivamente 53 e 358.
Il confronto si è concentrato su temi molto operativi. “Abbiamo parlato della possibilità di sperimentare nuovi modelli organizzativi ancora più efficaci ed efficienti, partendo anche dalle esigenze che arrivano dal territorio – riassume Vittoria Doretti, responsabile della rete regionale Codice Rosa – E’ stata l’occasione per cementare un lavoro di squadra e raccogliere ottimi spunti di cui terremo conto nell’elaborare il progetto di attività per il prossimo anno”.