Il cambiamento climatico è riconosciuto globalmente ma a Livorno alcune scelte sollevano dubbi
Il cambiamento climatico è ormai un evento globale riconosciuto.
Nella nostra città pare, invece, che lo sia solo in alcuni luoghi e che non riguardi
ogni cittadino che abita a Livorno.
Ci riferiamo all’articolo apparso ieri sul Tirreno con l’intervista al dott. Gonnelli
dirigente dei lavori pubblici e assetto del territorio all’interno del Comune, il quale
informa la cittadinanza riguardo alla serie di interventi che i l’amministrazione
comunale metterà in atto per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico
creando vasche di contenimento per piogge alluvionali, sostituzione dell’ asfalto con
mattonelle autobloccanti drenanti, incremento del verde cittadino: ottimo!
Spiega, inoltre, Gonnelli il grandissimo e durissimo lavoro di rimozione dello strato di
cemento sull’area delle ex serre Labrogarden in via del Crocino alla Scopaia. Qui,
pare che lo strato di cemento sia talmente alto e duro che non sono bastate semplici
ruspe per romperlo ma che siano occorsi mezzi speciali dotati di martelli pneumatici.
Tutto questo lavoro e sforzo, molto costoso per la collettività, per riportare a
verde un’area cementificata da decenni che si snoda accanto alla ferrovia e
lungo la variante.
E allora torniamo alla domanda di sempre.
Perché si vuole in tutti i modi togliere del cemento per poi ricolarlo dalla parte
opposta della Scopaia e precisamente in via San Marino dove
l’Amministrazione vuole costruire per forza un impianto sportivo per la città?
Via San Marino non dovrebbe rientrare anch’essa nel piano di tutela e
protezione del territorio nei confronti del cambiamento climatico?
Parliamo di via San Marino, ma anche di viale Città del Vaticano, come di via
Spagna e via Svizzera. Questa parte della Scopaia è una zona densamente
popolata e l’area dove si vuole colare cemento è situata proprio davanti alle
abitazioni e al rio “Felciao”.
Allora il Comune vuole o non vuole intraprendere realmente un percorso di
progettualità migliorativa per contrastare i cambiamenti climatici nella nostra città?
Se così fosse, questi sforzi dovrebbero essere messi in campo per tutelare l’intera
popolazione, anche i cittadini della Scopaia, visto che, oltretutto, con l’alluvione del
2017 hanno subito ingenti danni e tutt’ora, quando piove in maniera copiosa, via San
Marino si allaga sistematicamente.
Proprio come dice Gonnelli, il verde va incrementato e non tolto!
Ricordiamo che Livorno è l’ultima città della Toscana per quota di verde procapite,
per cui avremmo dovuto avere un Piano Strutturale a cemento zero e non
l’ampliamento del perimetro urbano di ben 150 ettari. La cementificazione con il
conseguente consumo di suolo è alla base dei disastri causati dai cambiamenti
climatici e l’importanza dei terreni verdi naturali è riconosciuta scientificamente: ogni
albero, racchiude in sé circa 1500 esseri viventi, quali i batteri, insetti, funghi, uccelli
nidificatori… è praticamente un piccolo condominio, che ci restituisce benessere in
termini di ossigeno e abbattimento delle punte di calore estive.
Sul terreno di via San Marino, vivono, tra una cecklist di 103 piante, anche una
trentina di olivi, dai quali i residenti hanno ricavato un olio sopraffino e come da
rapporto LIPU ci sono 32 specie di uccelli di cui 29 ritenuti nidificanti.
In ragione di tutto questo, ripetiamo ancora: perché andare a togliere tonnellate di
cemento in via del Crocino per poi scavare e colarlo in via San Marino?
Perché danneggiare irrimediabilmente un terreno verde e drenante utilissimo a tutti
da ogni punto di vista, sul quale, oltre a tutto, si affacciano numerose serre di
coltivazioni anche di tipo biologico e che confina con un bellissimo terreno dove
pascolano liberi i cavalli?
L’area incolta di via San Marino deve essere tutelata come previsto anche dall’art.
78 delle N.T.A del Piano Operativo e i terreni che vanno da via di Collinaia fino a
via San Marino devono essere considerati quali sono: un vero e proprio corridoio
naturalistico ecologico. Un polmone verde da sfruttare per le passeggiate, i giochi, la
didattica, lo sport all’aperto.
La palestrona indoor, di valenza cittadina e non di quartiere, sia costruita sopra al
cemento esistente delle ex serre Labrogarden; si cessi di spendere soldi dei
contribuenti per spaccare quel cemento sfruttandolo in maniera adeguata.
Siamo ancora in tempo! Confidiamo che l’opinione pubblica spinga l’amministrazione
ad accorgersi del grandissimo errore che sta commettendo perché il verde di via San
Marino, bene comune di tutti i cittadini, NON VA TOCCATO!
Comitato No Cubone
Livorno 29/10/2023