La prima sessione del pomeriggio aperta da Claudio Bisio. Tra sogni e passioni, difficoltà e paure, le esperienze di Andrea Moccia, Almost Fiorentina, Violet, Ludovica Olgiati, Sammy Basso, Andrea Lorenzon, Pierluigi Pardo,. Ha chiuso il rapper Sethu
Seguire i sogni e crederci fino in fondo, avere spirito di sacrificio, una passione da seguire e divertirsi sempre lavorando. Questi gli ingredienti per affrontare il futuro e realizzare le proprie aspirazioni.
Lo hanno ricordato un po’ tutti gli ospiti della prima sessione del pomeriggio di NextGeneration Fest parlando ai giovani che gremivano la platea.
A loro Claudio Bisio ha raccontato il suo esordio come regista al cinema con il film adesso nelle sale “L’ultima volta che siamo stati bambini” e ha raccomandato l’entusiasmo di prendere la vita in mano: “Dovete essere voi a decidere, non lasciate che siano gli anziani a decidere per voi” ha detto.
Ha quindi dedicato a Sergio Staino il premio del Pegaso della Regione ricevuto al presidente Eugenio Giani e da Bernard Dika “A Sergio a cui devo moltissimo” ha detto ricordando il momento in cui il grande giornalista, fumettista, vignettista e regista fiorentino scomparso oggi, lo volle nella trasmissione “Cielito lindo” da lui ideata e in cui Bisio si affermò al grande pubblico.
“Nella vita abbiate fame” invece è stato l’augurio-invito ai giovani lanciato da Alessandro Borghese, il popolare chef e conduttore televisivo che, acclamatissimo, al suo arrivo ha acceso la platea.
Fame, curiosità e capacità di capire i cambiamenti in un mondo in cui sta facendosi largo l’intelligenza artificiale che rende il nostro universo dei social, nati nel 2007, una sorta di medio evo “perché nel giro di un anno, tra pochissimo dunque – ha detto Andrea Moccia – il mercato italiano non sarà più italiano ma internazionale e solo con un clic”.
Andrea Moccia, padre di “Geopop”, punto di riferimento di divulgazione scientifica sui social italiani, ha eppure ricordato l’importanza della scrittura.
“In questo mondo super digital la vecchia arte della scrittura è fondamentale – ha concluso – e scrivere bene è essenziale se vogliamo che i nostri contenuti social siano letti. I social non sono solo le immagini dei gattini, con i social si può fare cultura, e questo Paese di cultura ha estremo bisogno”.
Importanza della cultura, importanza della ricerca. Lo ha testimoniato Sammy Basso, che nel 2005 ha fondato l’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso, per diffondere sia le conoscenze sulla malattia dalla quale è affetto, che conta 140 casi nel mondo, sia promuovere la ricerca su di essa.
“Lo raccomando a me stesso prima di tutto e quindi a voi – ha detto Sammy – tutti noi siamo chiamati a fare la differenza e per farlo dobbiamo credere tantissimo nei nostri sogni”.
Si può reagire in molti modi alle difficoltà, per esempio convogliandole nei social che diventino strumenti di crescita o arricchimento per chi crea il messaggio e per chi lo riceve.
Questo ciò che accomuna Almost Fiorentina, creator di origine canadese che racconta la sua vita a Firenze su Tik Tok; Violet, content creator e streamer napoletana e Ludovica Olgiati, influencer e attrice milanese. Tutte e tre hanno affrontato le loro fragilità – come l’ansia ad esempio – o la loro sofferenza, con i social e con i social le hanno trasformate, superate o hanno imparato a conviverci.
Una curiosità, la parola fiorentina che ha colpito di più Almost? “Cencio, senza dubbio”.
Chi usa i social quasi in modo dissacratorio è Andrea Lorenzon, la mente di Cartoni Morti, progetto artistico che tramite i social ha riavvicinato anche un pubblico più adulto al mondo dei cartoni, raccontando con sagace ironia e satira la società e le sue contraddizioni.
“Racconto ciò che mi interessa alleggerendolo” ha spiegato Andrea che su Youtube racconta anche come sono nate le città che conosciamo, tra arte, racconti e cibarie.
Ha chiuso la chiacchierata della prima parte del pomeriggio il giornalista televisivo Pierluigi Pardo, telecronista oggi per Dazn delle principali partite di Serie A, Champions e Europa League.
“Volevo fare il telecronista fin da piccolo – ha detto -. Durante un Erasmus in Inghilterra, esperienza che consiglio a tutti l’Erasmus, sapendo che Telepiù cercava telecronisti, realizzai un VHS con una telecronaca e glielo spedii. Ero laureato in economia e commercio ma continuavo ad avere il mio sogno. Ho provato, perché ci credevo. Ce l’ho fatta. Quindi provateci e riprovateci, perché nella vita poi non abbiate rimpianti”.
La sessione si è chiusa con Sethu, il rapper che con la sua musica racconta una generazione che vive tra incertezze, ansie e paure per il futuro.