Un caso di morosità incolpevole sta per travolgere l’esistenza di Lucia Castro, che dovrà presto lasciare la sua casa senza una valida alternativa
Lucia Castro, 63 anni, ed il marito Enrico che si prende cura di lei, vivono da anni nella loro casa di Cenaia per la quale avevano aperto un mutuo; Lucia aveva creato una bellissima vetreria in zona che le permetteva di vivere dignitosamente. Fino al 2010, anno in cui il mondo le e’ crollato addosso.
Una diagnosi di sclerosi multipla, che l’ha resa disabile totale in brevissimo tempo, le ha cambiato l’esistenza; non solo ha perso la salute, ma anche il lavoro che amava, e con esso il sostegno economico che le garantiva la serenità.
La banca, presso cui aveva aperto il mutuo, ha rifiutato successivamente ogni trattativa, compresa la possibilità di congelare temporaneamente il mutuo, di fatto chiudendole le porte in faccia per arrivare a pignorare l’immobile, che nel frattempo era stato adattato alle esigenze derivanti dalla disabilità.
Infine la casa è stata venduta all’asta per un prezzo assai inferiore al suo valore originale, ma Lucia ed il marito hanno mantenuto un decoroso contegno, riuscendo ad entrare in graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare.
Da quanto emerso, però, le case a disposizione nel Comune di Cenaia sono soltanto due, entrambe al primo piano e senza ascensore: la richiesta è stata quindi di poter fare un cambio con gli inquilini del piano terreno, la cui risposta non è stata ancora resa nota.
E se è vero che al peggio non c’è mai fine, le stesse tempistiche di assegnazione della casa vanno ben oltre il limite temporale imposto per lo sgombero dalla casa dove i coniugi adesso vivono, ovvero l’imminente 19 ottobre, data in cui si presenterà l’Ufficiale giudiziario per liberare l’immobile.
Lucia adesso non chiede altro che tempo per poter aver accesso alla nuova casa:
Pur ringraziando di cuore le Forze dell’Ordine e persino l’Ufficiale Giudiziario, i quali hanno mostrato grande empatia e preso a cuore la sua situazione, la signora adesso chiede una piccola proroga purché possa ottenere l’assegnazione della casa popolare, in modo da non dover finire in strada.