La mostra sarà visitabile da domenica 10 a domenica 24 settembre. Vernissage sabato 9 settembre
Sarà visitabile dal 10 al 24 settembre la Personale “Nemesi dell’Immaginario” di Graziano Busonero, ospitata nella Sala degli Archi della Fortezza Nuova di Livorno, magnifica costruzione progettata sul finire del Cinquecento dal genio di Bernardo Buontalenti, architetto della Corte Medicea.
La mostra è patrocinata dal Comune di Livorno ed è realizzata in collaborazione con l’Associazione APS Pentagono e Fortezza Nuova.
Curatore della mostra e del catalogo (Edizioni Sphaerica) il critico Giuseppe Ussani d’Escobar.
Il vernissage è previsto per sabato 9 settembre alle ore 18.30 nella Sala degli Archi. Sarà presente, tra gli altri, l’assessore alla cultura Simone Lenzi.
Le realizzazioni di Busonero, tra opere a parete e sculture-installazioni, accoglieranno il visitatore conducendolo in una favola moderna che sconfina nel surreale e nel visionario onirico. Un universo strettamente connesso alla dimensione metafisica che si popola di edifici e barchette di carta di giornale, dove il catrame diviene materia preziosa ed è magicamente utilizzato nel creare ombreggiature. Per Graziano Busonero il sogno è la vera chiave per comprendere la vita e il suo significato.
“Il senso del precario, dell’effimero – scrive Simone Lenzi nel suo contributo al catalogo – pervadono le opere di Graziano Busonero. Opere diverse, in molte delle quali si trova una costante, un materiale, la carta di giornale, che è fresca per pochissimo tempo, quello di una veloce lettura e il giorno dopo è già da buttare. È di carta di giornale la Livorno ispirata all’omonima canzone di Piero Ciampi, sono di carta di giornale le navi che si intravedono dalla Terrazza Mascagni immortalata nella sua bellezza metafisica, e ancora i palazzi che invece di svettare sembrano piombare su una piazza straripante di macchine. È come se Busonero camminasse costantemente sul filo sottile di un funambolo, sospeso fra la precarietà del quotidiano (appunto) e l’aspirazione a un tempo senza tempo”.
Giuseppe Ussani d’Escobar, riferendosi a una delle installazioni–sculture-marionette, così la descrive: “Dall’uomo con la bicicletta emerge un mistero: una ruota è giustamente e secondo consuetudine rotonda come deve essere, l’altra ha la forma di un quadrato. Perché? La risposta è nel quadrato magico: specchio dell’universo e dell’influenza dei pianeti sulla vita degli uomini e sulle loro decisioni; matematica e astrologia si fondono, scienza e magia ci rivelano un uomo pronto a montare sulla sua bicicletta e a correre verso l’infinito, eliminando le distanze spazio-temporali. Siamo di fronte a una macchina del tempo. Il cerchio dell’altra ruota, naturalmente, non rimane estraneo al nostro viaggio verso i ‘mondi infiniti”.